Il presidente del Senegal e presidente di turno dell’Unione africana Macky Sall si è detto «gravemente preoccupato» per le tensioni tra il Rwanda e l’Rd Congo e ha fatto appello alla calma e al dialogo.
I due paesi si accusano reciprocamente di sostenere gruppi armati di ribelli.
Sabato il Rwanda ha dichiarato che due dei suoi soldati – Élysée Nkundabagenzi e Ntwari Gad – sono tenuti prigionieri nella parte orientale dell’Rd Congo dalla milizia rwandese hutu Fdlr, che secondo Kigali riceve sostegno da Kinshasa.
In precedenza, Kinshasa non solo ha sospeso i voli verso il Rwanda vietando alla compagnia aerea del vicino di operare sul territorio congolese, ma ha convocato l’ambasciatore di Kigali, accusando il suo vicino di sostenere i ribelli dell’M23, che ora designa ufficialmente come terroristi.
I combattimenti tra le forze congolesi e l’M23 sono scoppiati su più fronti da mesi nel Nord Kivu, una provincia orientale dell’Rd Congo dilaniata dalla guerra, al confine con il Rwanda. Kinshasa afferma che quel gruppo militare – composto principalmente da tutsi congolesi, tra i circa 100 gruppi armati che operano nell’est della Repubblica democratica del Congo – è sostenuto da tempo dal Rwanda, anche se Kigali nega qualsiasi coinvolgimento.
L’M23 è stato anche escluso dai negoziati di pace di Nairobi tra il governo congolese e numerosi gruppi di miliziani che combattono nella regione orientale.
I combattimenti tra le Forze armate congolesi (Fardc) e i ribelli dell’M23 – gruppo ribelle dissolto ma del quale alcuni membri hanno ripreso dal 2017 a effettuare incursioni nell’est dell’Rd Congo – sono ripresi alcune settimane fa in particolare nel territorio di Rutshuru, nella provincia del Nord Kivu, dove nel febbraio 2021 fu ucciso in un’imboscata l’ambasciatore d’Italia a Kinshasa, Luca Attanasio, insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista del Programma alimentare mondiale (Pam) Mustapha Milambo.
Poco prima della ripresa dei combattimenti, lo scorso 19 maggio il gruppo M23 aveva emesso un comunicato in cui accusava le Fardc di aver schierato rinforzi nell’area attingendo ai membri di gruppi armati firmatari dell’accordo di pace e di aver bombardato le sue posizioni a Gasina, Rushari e Runyoni.
I combattimenti sono ripresi in un momento delicato in cui le autorità di Kinshasa stanno cercando di rilanciare i colloqui diretti con i gruppi armati nel quadro del cosiddetto processo di Nairobi. In questo senso, emissari del governo – tra cui rappresentanti della presidenza congolese e l’ambasciatore kenyano distaccato a Kinshasa – sono stati inviati nell’Ituri e nelle due province del Kivu per incontrare i delegati dei ribelli, delle milizie e di altri movimenti armati.
Ai colloqui non partecipa l’ala dell’ M23 guidata da Sultani Makenga e Bertrand Bisimwa, il che fa presagire l’assenza di questo gruppo dalla seconda fase dei colloqui diretti con i gruppi armati prevista per giugno a Nairobi.