Fino al 50% dei medicinali nei paesi del Sahel sono di qualità scadente o falsificata. È l’allarme lanciato dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc) in un rapporto pubblicato il 31 gennaio.
Rapporto che prende in considerazione cinque paesi della regione: Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger e Ciad. Paesi poveri che affrontano diversi tipi di violenza, compresa quella jihadista.
Questi paesi dipendono fortemente dalle importazioni di prodotti medici perché le loro industrie farmaceutiche sono ancora nelle prime fasi di sviluppo. Nel 2019, le importazioni rappresentavano il 70-90% della spesa farmaceutica totale dell’Africa subsahariana (circa 14 miliardi di dollari).
I porti di accesso
I prodotti medici sottratti alla catena di approvvigionamento legale provengono spesso dai principali paesi esportatori di prodotti medici verso il Sahel, in particolare Belgio e Francia e, in misura minore, Cina e India. Spesso attraversano i porti marittimi di Conakry (Guinea), Tema (Ghana), Lomé (Togo), Cotonou (Benin) e Apapa (Nigeria) prima di essere trasportati nel Sahel.
Il traffico aereo è impiegato per contrabbandare quantità minori. Una volta giunti in Africa occidentale, questi prodotti trafficati raggiungono i paesi del Sahel attraverso contrabbandieri che seguono le rotte tradizionali del traffico utilizzando autobus, camion e auto private.
Gli attori coinvolti
Le indagini hanno rivelato il coinvolgimento di un’ampia gamma di attori: dai dipendenti delle aziende farmaceutiche, ai funzionari pubblici, ai funzionari delle forze dell’ordine e agli operatori delle agenzie sanitarie, fino ai venditori ambulanti. «Nonostante il coinvolgimento spesso annunciato di gruppi terroristici e gruppi armati non statali, molti casi documentati mostrano che è limitato il controllo del mercato dei farmaci e ruota intorno al consumo di questi prodotti medici e alle tasse riscosse nelle aree sotto il loro controllo».
«Anche se non ci sono dati certi su tutti i quantitativi trafficati in varie forme e rotte nei paesi del Sahel, gli studi indicano una percentuale di medicinali scaduti, scadenti o falsificati in commercio che va dal 19 al 50%», si legge nel rapporto.
Tra gennaio 2017 e dicembre 2021, almeno 605 tonnellate di prodotti medicinali illeciti sono state sequestrate in Africa occidentale durante operazioni internazionali.
Nel Sahel e nei paesi limitrofi, «l’elevata prevalenza di malattie infettive, come la malaria, e le sfide in termini di disponibilità e accesso all’assistenza sanitaria creano un ambiente in cui la domanda di prodotti e servizi medici non è pienamente soddisfatta attraverso i canali formali».
Circa il 40% dei prodotti medici sotto standard e falsificati segnalati nei paesi del Sahel tra il 2013 e il 2021 è stato scoperto nella catena di fornitura regolamentata. Così come i prodotti medici regolamentati possono essere deviati, i prodotti medici di produzione illecita possono entrare nei punti vendita farmaceutici autorizzati, il che dimostra quanto le catene di fornitura legali e illecite siano interconnesse.
Campagna di sensibilizzazione dell’Unodc. «Se vuoi ottenere un antibiotico dal mercato, puoi averlo. È quello corretto da usare o no? Deve essere controllato». I trattamenti inefficaci legati a questo traffico di prodotti medici riducono la fiducia nel sistema sanitario e nel governo, afferma il documento.
Nell’Africa subsahariana, ben 267mila morti all’anno sono legate a farmaci antimalarici falsificati e al di sotto degli standard. Inoltre, fino a 169.271 morti sono legati agli antibiotici falsificati e al di sotto degli standard utilizzati per trattare la polmonite grave nei bambini.