Sono tre i blocchi petroliferi off-shore che la brasiliana Petrobras sfrutterà insieme alla britannica Shell e con la partecipazione dell’Agenzia nazionale del petrolio di São Tomé e Príncipe (ANP-STP).
Petrobrás, infatti, ha appena acquisito – con cerimonia svoltasi nella capitale del piccolo stato insulare dell’Africa occidentale alla presenza del ministro delle infrastrutture, José Rio – il 45% dei blocchi 12 e 13, e il 25% del blocco 11 della Zona economica esclusiva di São Tomé e Príncipe. Nei tre blocchi, tutti situati in acque profonde o molto profonde, la maggioranza resterà nelle mani di Shell, mentre l’ANP-STP conserverà il suo 15% in tutti e tre i casi. Nel blocco 11 la portoghese GALP detiene il 20% delle quote.
Governo soddisfatto
La reazione del governo di São Tomé e Príncipe è stata affidata al presidente dell’ANP-STP, Álvaro Silva, il quale ha manifestato soddisfazione per l’entrata nel consorzio di Petrobrás, a causa del suo riconosciuto know-how nello sfruttamento di petrolio off-shore. Silva ha definito «titanica» questa comune impresa, rinnovando la propria fiducia affinché possano esservi, come pare certo, quantitativi di greggio sufficienti per la commercializzazione e l’esportazione.
CPLP e interessi brasiliani
Questa acquisizione da parte di Petrobrás deve essere letta all’interno di una strategia più generale, sia di tipo geopolitico sia e soprattutto di tipo economico. In termini geopolitici il presidente Lula non ha fatto mistero, sin dalla sua campagna elettorale che lo ha visto trionfare contro l’allora presidente in carica Bolsonaro, di voler riallacciare i legami profondi col continente africano, che erano stati quasi interrotti dal suo predecessore.
E tali legami puntano in primo luogo a rafforzare la presenza del Brasile all’interno della CPLP (Comunità dei paesi di lingua ufficiale portoghese), la cui presidenza è stata affidata proprio a São Tomé e Príncipe nell’ultima riunione dell’agosto del 2023. In quella circostanza furono siglati due nuovi accordi di cooperazione bilaterale fra Brasile e São Tomé e Príncipe, di cui uno per la formazione di personale diplomatico e l’altro per la facilitazione degli investimenti.
Lo stesso Lula aveva dato molta enfasi alla necessità di approfondire l’agenda della CPLP in vari ambiti, e lanciato la nuova parola d’ordine della comunità durante la presidenza di São Tomé: Gioventù e Sostenibilità.
Ambiti che, nel discorso del presidente brasiliano, avrebbero dovuto concentrarsi essenzialmente nella transizione digitale ed ecologica, al fine di combattere le diseguaglianze nel mondo. Viceversa, il primo, concreto passo che il Brasile ha compiuto va nella direzione dello sfruttamento delle risorse fossili in territorio africano, mostrando un forte allineamento con le posizioni angolane all’interno della CPLP.
Espansione
Era stata proprio l’Angola, che aveva detenuto la presidenza dell’organizzazione nel mandato precedente, a introdurre, nel 2022, la cooperazione economica e la facilitazione degli investimenti dei paesi membri come uno degli assi centrali del futuro sviluppo. Un asset che era già presente nel documento istitutivo la comunità, ma che non era stato reso operativo sino, appunto, al 2022.
Sul piano economico, Petrobrás continua la propria espansione in territori extra-nazionali, profilandosi come una delle compagnie energetiche maggiormente in salute: la sua produzione è aumentata, nel 2023, del 3,7% rispetto al 2022, toccando il suo record, con 2,78 milioni di barili di greggio.