Da febbre a quasi epidemia, il tema del golpe si impone di prepotenza nel nuovo numero di Nigrizia.
Il governo di uomini forti è il rimedio miracoloso per l’Africa: credenza o realtà? Di certo è una pratica concreta e corrente di questi tempi, segnati dalla fine dell’approccio securitario nel Sahel a trazione francese e dal vento in poppa per i gruppi jihadisti.
Ampio spazio anche alla crisi del carburante nei due primi produttori petroliferi del continente: Nigeria e Angola. I due stati si vogliono affidare al mercato, lasciando alle spalle decadi di esosissimi sussidi al carburante. La loro rimozione non è affatto indolore. L’ampia fetta di popolo di ”informali” presenti nei paesi si ritrova senza una delle misure più prossimi ad un esempio di welfare. Si rivelerà una manna per l’economia o benzina sul fuoco della povertà?
La Liberia dell’ex gloria milanista anni ’90 George Weah si prepara al voto di ottobre. Cercasi doppietta per il fu pallone d’oro africano. Per lui, un curriculum di governo pessimo potrebbe bastare per imporsi su un’opposizione poco efficace.
In Tunisia, ci addentriamo nel ventre dello stato tunisino. Nell’introspezione, ci rendiamo conto dell’equilibrio (e degli equilibrismi) di potere tra il presidente Kais Saied e il potente quanto opaco ministero degli interni, da cui dipende la polizia. Da cui dipende la gestione dei migranti. Da cui dipende il rapporto con l’Italia.
Infine, spazio ad arte, cinema e letteratura. Quest’ultima in particolare si impreziosisce della recensione dell’ultimo libro del premio Nobel per la letteratura Wole Soyinka.
Ce ne parla: Malice Omondi
video: Roberto Valussi