La caotica e vitale Pointe-Noire, capitale economica della Repubblica del Congo, offre ancora i suoi quartieri popolari, le spiagge della Côte Sauvage, il porto come ambienti previlegiati per l’ultimo lavoro di Alain Mabanckou, Sdraiati in affari, edito da 66thand2nd che ha tradotto la maggior parte dei suoi quattordici romanzi. Pur avendo lasciato la città natale a ventitré anni, lo scrittore congolese -58 anni, dal 2006 insegna letteratura francofona all’Università della California a Los Angeles – dona una nuova rappresentazione a luoghi e situazioni a lui cari: l’hotel Victory Palace, il cinema Rex, le venditrici del Grand Marché, l’amicizia fra adolescenti, il forte legame con la nonna Mâ Lembé (con mamma Pauline in libri precedenti).
Ma questa volta tutto è visto da una prospettiva insolita: il protagonista Liwa Ekimakingaï, giovane aiuto cuoco al Victory Palace, si trova catapultato all’improvviso nel mondo dei morti, assiste alla cerimonia del suo funerale che, fra danze, canti, banchetti, dura quattro giorni, per essere poi accompagnato da un lungo corteo al cimitero Frère-Lachaise.
Qui viene iniziato alla sua nuova vita da una serie di personaggi mirabolanti: destreggiandosi fra spunti comici e riti macabri, Mabanckou dipinge un mondo dei defunti altrettanto vivace di quello dei vivi, in grado addirittura di organizzare uno sciopero di protesta quando al cimitero dei poveri, il Frère-Lachaise, viene inviato – perché al Cimitero dei Ricchi non lo vogliono – Julian Ndoki, colpevole di aver avvelenato i nipoti gemelli per assicurarsi la protezione degli stregoni e diventare sindaco di Pointe-Noire.
La lotta di classe prosegue dunque anche nel regno dei morti (per calmare le proteste dei due cimiteri deve intervenire il presidente della repubblica Papa Mokonzi Ayé alias Zaratustra) e le incursioni dei defunti in città sono frequenti, in un universo in cui si intrecciano anime vive e morte, fantasmi, sciamani….
Tocca anche a Liwa, dopo che ha capito che cosa gli è successo il 15 agosto, festa dell’Indipendenza, quando «una scossa ha dilaniato la terra sotto i tuoi piedi, un ciclone ti ha risucchiato», prendere il cammino della rue de Repos verso il quartiere della borghesia nera per fare giustizia e poter arrivare all’happy end finale. Scende in città agghindato di tutto punto come lo hanno sepolto: giacca arancione di crespo a rivolti larghi, camicia verde fluo con il colletto alto a tre bottoni e polsini francesi rotondi, papillon bianco, pantaloni viola a zampa d’elefante. Ai piedi scarpe Salamander di vernice rossa con lacci bianchi.
La dettagliata descrizione in Sdraiati in affari di abiti coloratissimi – non solo quello del protagonista – in un articolo di Le Monde è attribuita alla passione che Alain Mabanckou nutre per il look, il suo in particolare, presenziando a eventi e premiazioni in abiti che non passano inosservati.