Due fatti nuovi nella crisi politica che sta attraversando il Senegal.
Il Dipartimento di stato USA considera non legittimo il voto del parlamento di lunedì scorso che ha deciso il rinvio al 15 dicembre delle elezioni presidenziali previste per il 25 febbraio.
Il voto ha approvato il decreto emesso sabato 3 febbraio dal presidente uscente Macky Sall, ma è avvenuto senza che potessero esprimersi molti deputati dell’opposizione, espulsi dall’aula dalle forze dell’ordine.
Di qui la reazione degli Stati Uniti, alleati del Senegal, che «chiedono al governo del Senegal di organizzare le elezioni presidenziali secondo quanto stabilito dalla Costituzione e dalle leggi elettorali».
Fronte interno
Questa presa di posizione va a rafforzare un fronte del dissenso interno che, per iniziativa di 11 dei 20 candidati alle presidenziali, punta al coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, dei leader religiosi e dei capi tradizionali.
In una conferenza stampa, gli 11 candidati hanno fatto un appello «alle forze vive della nazione», sottolineando di voler mantenere il 25 febbraio come giorno dello scrutinio e quindi di voler svolgere in queste settimane la loro campagna elettorale.
Hanno inoltre chiesto alle organizzazioni regionali e internazionali di non riconoscere il presidente Macky Sall come rappresentante del Senegal al di là del 2 aprile, data ufficiale della fine del suo mandato.
I compari
A innescare la crisi è stata un’alleanza, maturata negli ultimi mesi, tra il partito del presidente, Alleanza per la repubblica (APR), e la formazione di Karim Wade, Partito democratico senegalese (PDS), che ha presentato la proposta di legge sul rinvio delle presidenziali, votata lunedì 5 febbraio in parlamento.
I due compari hanno trovato un accordo anche sulla Commissione d’inchiesta parlamentare, proposta dal PDS e sostenuta dall’APR, che sta valutando l’operato del Consiglio costituzionale in merito alle candidature per le presidenziali. Wade è stato escluso perché in possesso della doppia nazionalità franco-senegalese.
Posticipando il voto, Sall ritiene di poter spendere meglio il candidato da lui proposto, l’attuale primo ministro Amadou Ba, mentre Wade confida di poter essere candidato e di rientrare in gioco.