Le elezioni legislative per il nuovo parlamento si sono svolte il 31 luglio scorso, ma i risultati finali sono stati confermati solamente dopo quasi due settimane di attesa. Con un deputato in più vince la coalizione di maggioranza del presidente Macky Sall che ottiene 83 deputati, contro gli 82 dell’opposizione.
La pubblicazione dei risultati provvisori, avvenuta giovedì 4 agosto scorso, aveva visto le due coalizioni principali posizionarsi su un testa a testa dove nessuno dei due schieramenti aveva ottenuto la maggioranza.
Benno Bokk Yakaar, lo schieramento del presidente Macky Sall, aveva preso solamente 82 seggi (43 in meno rispetto a cinque anni fa). Mentre le coalizioni di opposizione Yewwi Askan Wi, guidata da Ousmane Sonko, e Wallu Senegal, dell’ex presidente Abdoulaye Wade, avevano ottenuto rispettivamente 56 e 24 seggi, per un totale di 80 seggi.
La definizione della maggioranza, pur risicata, è avvenuta dopo accordi politici che hanno visto i 3 deputati espressione di liste minoritarie – Thierno Alassane Sall di Alternative pour une Assemblée de rupture, Pape Djibril Fall di Serviteurs, e Pape Diop, ex sindaco di Dakar, di Bokk Gis Gis – essere contesi dalle due coalizioni maggiori.
La decisione Pape Diop di schierarsi con Benno Book Yakar ha consegnato alla coalizione di Macky Sall la maggioranza parlamentare. Così Benno Book Yakar ha raggiunto 83 seggi su 165. Pape Diop ha annunciato di aver preso la decisione di unirsi alla coalizione presidenziale per evitare un blocco nel funzionamento delle istituzioni.
Parlamentari più motivati
Ma con dei numeri così tirati, quale potrà essere il futuro del nuovo parlamento senegalese? Sane, attivista politico e pescatore che vive a Dakar, esprime il suo sconforto sulla decisione di Pape Diop: «Ha pensato al suo interesse personale e non alla popolazione. Diop è già stato sindaco della capitale, nonché presidente dell’assemblea nazionale, avrebbe potuto stare con l’opposizione e battersi per i diritti della gente, invece ha preferito cambiare colore politico e pensare alla sua carriera».
Nigrizia ha provato a sentire anche le opinioni di due esperti di politica: il giornalista N’diaga Diallo e l’ex senatore Famara Sane. Secondo il parere di N’diaga Diallo, la maggioranza presidenziale potrebbe non essere abbastanza solida per governare: «E non è detto che la coalizione di maggioranza resti intatta fino al 2024. Ad ogni modo, con questa configurazione parlamentare sarà veramente complicato legiferare. La cosa positiva è che il governo ci penserà su due volte prima di avanzare proposte di legge non popolari».
Queste elezioni legislative sono state una prova in vista delle elezioni presidenziali che si svolgeranno fra due anni. Continua il giornalista: «Riguardo a una questione delicata come quella del terzo mandato del presidente, credo che con questi numeri sia estremamente difficile pensare che il parlamento possa approvare una legge che permetta ai presidenti di correre per più di due mandati».
Anche Famara Sane, docente di storia all’Università Cheikh Anta Diop di Dakar, è convinto che la coalizione del presidente Sall avrà minori margini di manovra. «È chiaro che adesso alcune leggi faranno molta fatica a essere approvate; sia e le leggi ordinarie che quelle costituzionali non potranno passare senza l’adesione dell’opposizione. Tuttavia, un elemento positivo da considerare è che l’assemblea nazionale sarà costituita da tre grandi gruppi parlamentari: la maggioranza presidenziale, Wallu Senegal e Yewwi Askan Wi. Il vantaggio è che, almeno sul piano teorico, questo nuovo equilibrio garantirà un miglior funzionamento del parlamento, le coalizioni si sentiranno sollecitate a impegnarsi e i deputati saranno spronati a partecipare alle attività parlamentari».