Senegal: plateale protesta degli editori contro il governo Sonko
Politica e Società Senegal
Il 13 agosto i quotidiani sono usciti senza notizie e con le prime pagine nere
Senegal: plateale protesta degli editori contro il governo Sonko
La protesta dopo che il governo ha deciso di congelare il conto in banca delle società di molti media e di sequestrarne le apparecchiature per presunto mancato pagamento delle tasse
14 Agosto 2024
Articolo di Redazione
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Il Consiglio locale dei distributori e degli editori della stampa (CDEPS) del Senegal ha definito il 13 agosto “uno dei giorni più bui della loro storia”.

La gran parte dei quotidiani nazionali si è infatti rifiutata di pubblicare notizie in segno di protesta contro ciò che ritengono una grave riduzione della libertà dei media da parte del nuovo governo.

Il quale ha deciso di congelare il conto in banca delle società di molti media e di sequestrarne le apparecchiature e i dispositivi, per presunto mancato pagamento delle tasse.

L’azione repressiva è stata giustificata fai funzionari governativi sostenendo che intendono così porre fine alle pratiche che portano all’appropriazione indebita di soldi e alla cattiva gestione nel settore, appunto, della stampa e dei media.

A parte alcuni quotidiani privati, pertanto, i giornali sono stati esposti nelle edicole senza alcun contenuto all’interno, con una prima pagina in colore nero con la scritta in francese “journée sans presse” (“giorno senza stampa”) e un’immagine di tre pugni alzati che afferrano una matita.

Canali televisivi privati ​​come TFM, ITV e 7 TV hanno trasmesso notizie in cui davano il proprio sostegno alla protesta presentandone slogan e immagini.

In giugno, a dire il vero, il primo ministro Ousmane Sonko, era già stato criticato da vari media per aver preavvisato che il governo non avrebbe più tollerato “menzogna” da parte di giornalisti che, secondo lui, godevano di “troppa impunità”.

A Sonko, già leader dell’opposizione contro il presidente Macky Sall, era stato impedito di candidarsi alla presidenza, per cui appoggiò come candidato Bassirou Diomaye Faye che, come noto, assunse il potere lo scorso marzo, dopo aver sconfitto alle elezioni Amadou Ba, candidato della coalizione di governo.

La popolazione era insorta dopo la decisione dell’ex presidente Sall di rinviare la data delle elezioni, vista come uno stratagemma per restare aggrappato al potere, provocando le sue dimissioni il 2 aprile, data di conclusione del suo mandato.

Va ricordato che quest’anno il Senegal è scivolato dal 104° al 94° posto su 180 paesi inseriti nell’indice mondiale sulla libertà di stampa di Reporter senza Frontiere.

Organizzazione che recentemente, in un suo report, aveva tra l’altro esortato il nuovo presidente del Senegal ad agire per promuovere la libertà di stampa dopo anni di “arresti e attacchi contro giornalisti, chiusure dei media e interruzioni arbitrarie di Internet” da parte del governo di Macky Sall.

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