Il presidente del Senegal Bassirou Diomaye Faye ha annunciato ieri 12 settembre lo scioglimento dell’Assemblea nazionale, l’organo deputato all’approvazione delle leggi (ed equivalente al parlamento italiano). Le nuove elezioni legislative sono state fissate per il 17 novembre.
La decisione arriva in un contesto di pressione crescente per Faye, chiamato a dimostrare di saper tradurre in pratica le sue promesse di cambiamento radicale.
La coabitazione deleteria
Nelle ultime settimane, lo scioglimento era stato ampiamente previsto, tanto era ovvia l’intenzione di porre fine al regime di coabitazione. Per quest’ultimo si intende un equilibrio tra poteri istituzionali, dove l’esecutivo e il legislativo hanno colori politici differenti. È una situazione che può capitare in regimi semi-presidenziali come quello del Senegal, in cui le elezioni per il capo dello stato e per l’Assemblea nazionale avvengono in momenti separati.
Nel caso senegalese, Pastef, il partito di Faye, poteva contare solo su 23 deputati su un totale di 165.
Una situazione frutto della combinazione di due fattori: la vittoria schiacciante di Pastef alle elezioni presidenziali del marzo 2024; e il fatto che Benno Bokk Yakaar (BBK), la coalizione di partiti a sostegno dell’ex-presidente Macky Sall, godesse ancora di una maggioranza in Assemblea nazionale, ottenuta nel luglio 2022.
Sin dal suo insediamento, l’esecutivo ha lamentato un continuo ostruzionismo parlamentare da parte di BBK. I ferri si erano fatti corti soprattutto con Ousmane Sonko, leader di Pastef e primo ministro. Quest’ultimo ruolo lo porta a rapportarsi con l’Assemblea nazionale, in cui nelle ultime settimane la discussione principale ruotava intorno a se o a quando Sonko avrebbe pronunciato il ‘’Discorso di politica generale’’ (un passaggio obbligato nella vita parlamentare senegalese).
A convincere Pastef dell’inevitabilità di ricorrere a nuove elezioni è stato uno smacco subìto al rientro parlamentare, il 2 settembre. In quel giorno, si votava una legge costituzionale per sopprimere due organi istituiti sotto la presidenza precedente: l’Alto consiglio delle collettività territoriali e il Consiglio economico, sociale e ambientale. Pastef li riteneva organi inefficienti e ‘’divora-budget’’, mentre BBK li voleva mantenere, considerandoli come un’eredità di governance da custodire. Al momento del voto, la legge è stata bocciata, provocando non poco imbarazzo all’esecutivo.
Di seguito, Faye ha reagito procedendo alla soppressione dei due organi per decreto presidenziale. Ma, fatto più rilevante, ha deciso di interrompere lo stallo in corso.
Le scadenze di Faye
La Costituzione senegalese gli permette di sciogliere l’Assemblea nazionale dopo due anni dall’insediamento di quest’ultima, avvenuto il 31 luglio 2022. Il primo giorno utile per farlo legalmente era il 12 settembre.
E così è andata. Senza perdere tempo, perché le scadenze incombono: entro fine anno, va approvata la legge di bilancio dall’Assemblea nazionale. E dato che le elezioni legislative devono svolgersi tra due e tre mesi dall’annuncio di scioglimento dell’Assemblea, il primo fine settimana utile era il 17 novembre.