Senegal: Sonko e Faye liberi. L’opposizione mette le ali - Nigrizia
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I due leader del disciolto partito Pastef sono stati liberati a seguito della legge d’amnistia. Giubilo nelle strade. Vento in poppa per l’opposizione a 10 giorni dal voto alle presidenziali
Senegal: Sonko e Faye liberi. L’opposizione mette le ali
15 Marzo 2024
Articolo di Roberto Valussi
Tempo di lettura 4 minuti
Le celebrazioni a Dakar per la scarcerazione di Ousmane Sonko e Bassirou Diomaye Faye (foto: X / Sidy Djimby Ndao)

Poco prima della mezzanotte di ieri sono stati liberati i due detenuti più illustri del Paese: Ousmane Sonko, leader dell’opposizione e il suo vice Bassirou Diomaye Faye, candidato di punta alle elezioni presidenziali del 24 marzo. La notizia ha scatenato feste e carovane a Dakar. 

«È una vittoria per la giustizia e il Senegal» ha dichiarato una manifestante ai microfoni di RFI a Dakar. Un commento che riassume bene le motivazioni dei festeggiamenti di ieri notte. La liberazione è arrivata a seguito della promulgazione della legge d’amnistia per i reati politici commessi tra febbraio 2021 e febbraio 2024. Legge promossa da Macky Sall, come misura di pacificazione sociale, dopo aver portato il paese sull’orlo d’una crisi di nervi da scontro istituzionale, civile e politico. 

Proteste e carcere

Sonko era stato arrestato il 31 luglio con varie accuse, tra cui incitamento all’insurrezione. Ma era già stato forzato in una sorta di domicilio coatto nella sua dimora da fine maggio, a seguito dell’organizzazione di manifestazioni di protesta contro quello che definiva un accanimento giudiziario nei suoi confronti. Da allora, le battaglie legali erano continuate senza sosta riguardo la sua candidabilità alle elezioni presidenziali, inizialmente previste per il 25 febbraio scorso. In carcere aveva avviato uno sciopero della fame, interrotto solo dall’aggravarsi del suo stato di salute e il conseguente ricovero in terapia intensiva. 

Nel frattempo, aveva preparato varie alternative in caso di esclusione dalla corsa elettorale, poi formalizzata a inizio gennaio, a seguito della condanna a sei mesi di libertà condizionale in un caso di diffamazione contro un Ministro. E il suo piano B ha funzionato: è riuscito a far candidare Bassirou Diomaye Faye. Impresa non facile, perché anche il suo braccio destro si trovava in prigione. Dall’aprile 2023, per lui era scattata la custodia cautelare a causa di un post di Faye su facebook considerato offensivo nei confronti dei magistrati. Ma da codice elettorale, l’arresto non precludeva la candidatura

L’assist elettorale 

Non era affatto scontato che i due capi dell’ex-Pastef (dissolto da Sall il 31 luglio) uscissero di prigione già ieri. A 10 giorni dalle elezioni presidenziali, è l’ennesimo colpo di scena in un paese in cui, da giugno scorso, gli eventi si sono susseguiti al ritmo di un thriller giudiziario. La loro liberazione prende anche la forma di un assist gigante per l’opposizione. Nonostante Sonko resti escluso dalle elezioni, il suo vice Faye si trova ora in una situazione più favorevole che mai, con l’aureola dell’eroe riscattato. 

Allo stesso tempo, la coalizione di governo è al punto più basso della sua credibilità. Le manovre di Macky Sall per silenziare Sonko e i suoi seguaci, disegnarsi l’opposizione su misura, e cambiare le elezioni gli si sono ritorte contro. Comunque vada la prossima tornata elettorale, rimarrà nella storia del paese lo scontro con il Consiglio Costituzionale – vinto da quest’ultimo – sulla scelta della data delle elezioni e sul caso Wade. A pagare il prezzo più diretto è ora il delfino di Sall, Amadou Ba. Un tecnocrate scelto all’ultimo momento come suo successore, al termine di un’ambiguità protratta per mesi sulle sue intenzioni di correre per un terzo mandato. Intenzioni che sono tra le cause della quasi-discesa nel caos del Senegal degli ultimi mesi. Per Ba – che soffriva e soffre tuttora di un deficit di sostegno da parte del suo schieramento – la situazione non fa che peggiorare di giorno in giorno. 

Insomma, i manifestanti di ieri notte, avevano molte ragioni per essere giubilanti. Anche se, in assenza di sondaggi, ogni previsione di voto è incauta in una situazione così turbolenta. E nei prossimi giorni o settimane, sarà da verificare se la libertà di Sonko e Faye siano venute a prezzo zero, o in cambio di qualche compromesso che possa attenuare la loro spinta elettorale.

Ma se Sall e il suo entourage temevano già di perdere le elezioni due anni fa, contro un semplice leader dell’opposizione, non devono sentirsi più tranquilli, ora che di fronte hanno il duo Faye-Sonko in versione martiri, risorti, e a piede libero.

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