Saranno i temi della sicurezza e della crisi alimentare provocata dalla guerra in Ucraina a caratterizzare il viaggio in Africa del presidente francese Emmanuel Macron che oggi e domani è in Camerun, poi se recherà in Benin e terminerà la sua tournée il 29 luglio il Guinea-Bissau, paese quest’ultimo che si appresta ad assumere la presidenza di turno della Comunità economica dell’Africa occidentale.
Al seguito di Macron, il ministro degli esteri, della difesa, delle relazioni esterne e del segretario di stato con la delega allo sviluppo.
Uno degli aspetti che verranno trattati in Camerun sarà quello dell’iniziativa Farm, lanciata lo scorso marzo dall’Unione europea, dal G7 e dall’Unione africana. Farm ha l’obiettivo di sostenere l’agricoltura in un contesto mondiale di insicurezza alimentare e questa potrebbe essere l’occasione di dare uno svolgimento pratico all’iniziativa, prefigurando investimenti francesi.
Sempre negli incontri previsti a Yaoundé verranno certamente toccati i problemi legati alla crisi delle regioni anglofone, il nordovest e il sudovest del Camerun, attraversate da venti separatisti.
La tappa in Benin sarà segnata dalla minaccia del jihadismo, che riguarda il Sahel ma che si va espandendo anche verso paesi che guardano sul Golfo di Guinea, in particolare il nord del Togo e del Benin. Considerato che la forza francese Barkhane si va ritirando dal Mali, dove ha operato per nove anni in funzione anti-jihadista, sul tavolo si discuterà di un eventuale impiego del dispositivo francese in altri paesi dell’africa occidentale.