La siccità affama, la Namibia si prepara ad abbattere oltre 700 animali selvatici - Nigrizia
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Fra i quali 83 elefanti. Forniranno carne per un programma di soccorso alle popolazioni, uccisi già più di 200 esemplari
La siccità affama, la Namibia si prepara ad abbattere oltre 700 animali selvatici
Il governo vuole anche alleviare il conflitto uomo-animale, peggiorato dalla mancanza di piogge
28 Agosto 2024
Articolo di Redazione
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Elefanti in Namibia. Foto di Olga Ernst da Wikimedia Commons

La Namibia ha già cominciato ad abbattere gli oltre 700 animali selvatici che prevede di macellare nel tentativo di alleviare le conseguenze della siccità che la colpisce da mesi e che a oggi, secondo le Nazioni Unite, spinge quasi metà della popolazione verso una condizione di acuta insicurezza alimentare. Per l’ONU quella attualmente in corso è la peggior siccità che abbia mai colpito la Namibia negli ultimi 100 anni. A causa della calamità, più dell’84% delle scorte di cibo presenti nel paese sono esaurite.

La forte carenza di piogge che si sta osservando in Namibia è dovuta principalmente agli effetti del fenomeno climatico noto come El Nino ed è peggiorata dai cambiamenti climatici. La siccità si sta abbattendo su tutta l’Africa australe e a esserne colpito è un abitante su sei della regione, stando a un allarme lanciato di recente dalla Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale (SADC), che ha stimato in 5,5 miliardi di dollari l’entità dei fondi necessaria per aiutare le popolazioni coinvolte in un appello alla comunità internazionale. Windhoek ha dichiarato uno stato di emergenza nazionale a maggio così come hanno fatto negli scorsi mesi anche Zambia, Zimbabwe e Malawi. In sostanza, la scorsa stagione delle piogge ha fatto registrare livelli di precipitazione inferiori alla media, con danni enormi alle coltivazioni più importanti, i cui raccolti sono diminuiti fino a più del 50%.

Coinvolti cinque parchi nazionali
Secondo quanto comunicato alla stampa dal portavoce del ministero dell’Ambiente, Romeo Muyunda, il governo prevede di abbattere 723 esemplari di diverse specie – fra le quali 83 elefanti – mentre 262 animali sono già stati eliminati, per un totale di 56mila chili di carne. In tutto, Windhoek ha già selezionato per l’abbattimento 300 zebre, 100 antilopi, 100 gnu blu, 83 elefanti, 60 bufali, 50 impala e 30 ippopotami. Gli animali in questione provengono da cinque diversi parchi nazionali – Namib Naukluft, fra i parchi nazionali più estesi d’Africa e del mondo, e poi Mangetti, Bwabwata, Mudumu e Nkasa Rupara. Le colonie di animali coinvolte, a detta del governo, sono in sovrannumero rispetto alla terra e al cibo disponibile.

La carne proveniente da questi animali verrà poi fornita alla popolazione nell’ambito di un programma nazionale di soccorso contro la siccità che è stato lanciato poco dopo la proclamazione dello stato di emergenza e per il quale la Namibia ha già predisposto di stanziare 825 milioni di dollari namibiani, circa 41 milioni di euro. In tutto però, le stime del governo sono che alla Namibia servirano circa 1,3 miliardi di valuta locale, più di 65 milioni di euro. Una larga fetta di questi fondi non è stata ancora finanziata e il governo ha più volte chiesto sostengo alla comunità internazionale in questo senso. L’iniziativa di emergenza pianificata da Whindoek mira a portare aiuti alimentari a circa 340mila famiglie.

Ma la ragione dietro agli abbattimenti è anche un’altra. La Namibia ritiene infatti l’uccisione degli animali necessaria per poter meglio gestire il conflitto con le comunità umane che vivono nelle stesse aree dove si trovano gli animali, che a causa della siccità non potranno far altro che peggiorare. Già l’anno scorso, il ministero dell’ambiente aveva stabilito di dover diminuire la popolazione di elefanti presenti nel paese, ritenuta troppo numerosa.

La questione è stata di recente anche al centro di alcune dispute fra governi dell’Africa australe ed europei. Diversi paesi in Europa stanno infatti promuovendo delle leggi che prevedono il divieto all’importazione di trofei da caccia. Misure del genere sono molto mal viste da paesi come la Namibia ma anche come la vicina Botswana, casa della più grande popolazione di elefanti al mondo. Secondo i governi della regione infatti, la caccia – quando è regolarizzata –  è un’importante fonte di sostentamento economico per le comunità oltre che una modalità utile a livellare la presunta sovrappopolazione di alcuni animali e così di gestire il conflitto fra animali selvatici ed esseri umani.

Futuro di prosperità?
In questi giorni provengono dalla Namibia notizie che potrebbero sembrare contrastanti. Mentre il governo fatica a far fronte alla siccità, le autorità del paese gioiscono per le grandi potenzialità del settore estrattivo del paese, forti soprattutto delle ultime grandi scoperte di giacimenti a largo delle sue coste. Secondo Ebson Uanguta, direttore generale ad interim della società petrolifera statale, citato dall’agenzia cinese Xinhua e rilanciato da diversi portali di settore, le riserve individuate in Namibia permetteranno al paese di produrre entro il 2035 circa mezzo milioni di barili al giorno. Una quota del genere farebbe del paese, ritenuto anche uno dei possibili grandi produttori mondiali di idrogeno verde, uno dei cinque maggiori produttori di oro nero dell’Africa. 

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