In Sierra Leone arriva una storica decisione del governo per i diritti delle donne. Il presidente Julius Maada Bio ha annunciato l’appoggio ad una proposta di legge in favore della decriminalizzazione dell’aborto.
In un paese in cui vige ancora la legge del 1860 – che permette l’aborto solo in caso di rischio di vita della madre – si tratta di un cambio di direzione dovuto e per nulla scontato. Lo stesso Bio ha sottolineato il valore dell’iniziativa, che arriva pochi giorni dopo la decisione della Corte Suprema statunitense di annullare il diritto costituzionale all’aborto.
È un traguardo da celebrare per le associazioni locali e internazionali che da anni si battono in difesa dei diritti delle donne. Che riportano come il 10% delle morti per parto siano legate ad aborti clandestini, in un paese che ha il terzo tasso di mortalità materna più alto al mondo e in cui il 30% delle adolescenti tra i 15 e 19 anni ha effettuato una gravidanza (percentuale anche questa tra le più alte a livello globale).
L’arrivo in parlamento per la proposta di legge è previsto per settembre e la sua approvazione per fine anno.
Non è noto al momento in che misura cambierà la legge attuale. Secondo le associazioni locali, le nuove norme seguiranno le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in fatto di interruzione di gravidanza.