L’ex presidente della Sierra Leone Ernest Bai Koroma è stato formalmente accusato dal tribunale di Freetown di aver avuto un ruolo nei fatti del 26 novembre quando, secondo il governo, c’è stato un «tentativo di colpo di stato» nel paese dell’Africa occidentale.
Lo ha reso noto ieri un comunicato del ministro dell’informazione. Non è stata indicata una data del processo. Koroma, che ha governato dal 2007 al 2018, è agli arresti domiciliari dal 9 dicembre.
Alle prime ore del 26 novembre un gruppo di uomini armati aveva dato l’assalto a una armeria militare, a due caserme, a due stazioni di polizia e a due prigioni. Gli scontri con le forze dell’ordine hanno provocato 21 morti, tra cui 14 soldati.
In seguito sono state arrestate almeno una ottantina di persone: la maggior parte sono militari, secondo quanto riferito dalle autorità.
Una delegazione della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (CEDEAO/ECOWAS) si era recata a Freetown il 23 dicembre e aveva incontrato sia Koroma sia il presidente in carica Julius Maada Bio. Dopodiché i capi di stato della CEDEAO hanno dato mandato perché sia dispiegata in Sierra Leone una missione di sicurezza «per contribuire alla stabilizzazione del paese.
Il ministro degli esteri sierraleonese, Timothy Musa Kabba, ha affermato che la missione, dispiegata non lontano dalla capitale Freetown, comincerà il suo servizio in gennaio. E ha voluto puntualizzate che «una forza di stabilizzazione non è una forza di intervento militare, piuttosto una missione di protezione della pace».