Le comunità cristiane emergano dal torpore e camminino insieme
Alex Zanotelli Chiesa e Missione Economia Pace e Diritti Politica e Società
Fermoposta / Ottobre 2023
Le comunità cristiane emergano dal torpore e camminino insieme
L’insegnamento di Francesco e il cammino sinodale non sembrano toccare più di tanto i cristiani italiani. Prigionieri dell’individualismo che è costitutivo del sistema economico-finanziario che detta le regole
04 Ottobre 2023
Articolo di Alex Zanotelli
Tempo di lettura 3 minuti

Questo articolo è uscito sulla rivista Nigrizia di ottobre 2023

Caro Alex,
il 4 ottobre si apre la prima sessione del sinodo sulla sinodalità. Tu avrai seguito il percorso fatto a livello locale e continentale dall’apertura nel 2021. Mi piacerebbe sentire da te alcune impressioni sul coinvolgimento delle Chiese non tanto a livello istituzionale ma in quanto comunità cristiane. E un giudizio sul possibile impatto che il sinodo potrebbe avere sulle nostre Chiese occidentali, stanche e spesso scoraggiate, e su quelle del sud del mondo tuttora piene di entusiasmo e di vitalità pastorale. Finirà tutto in una bolla di sapone o sarà un’occasione di rilancio e vita nuova per la Chiesa tutta come desidera papa Francesco? (Giorgio Stefanello)


Sono contento che papa Francesco abbia ripreso il concetto di sinodo, concetto che ci viene dalla parola greca sýnodos “camminare insieme”. È importante sottolineare anche l’aspetto ecumenico di questa scelta. Infatti il sinodo è un tratto chiave della ecclesiologia delle Chiese orientali.

Papa Francesco ha voluto inoltre mutare profondamente la struttura sinodale rendendo partecipi del processo anche i membri non vescovi. Al sinodo possono infatti partecipare anche semplici fedeli: uomini e donne che hanno la facoltà di esprimere il loro voto sulle posizioni che emergono nell’assemblea. Per la prima volta si avvera il principio dei grandi padri della Chiesa: “Ciò che riguarda tutti deve essere da tutti discusso e da tutti deliberato”.

Purtroppo, a livello delle comunità cristiane in Italia, vedo poco coinvolgimento e interesse. Ho l’impressione che la ragione di fondo sia questa: le nostre comunità si sono ormai adattate al sistema economico-finanziario in cui viviamo e i valori di questo sistema individualista e consumista sono diventati parte integrante dei comportamenti.

Basti vedere come il rifiuto dell’“altro”, sia esso musulmano o nero o immigrato, sta penetrando in molte comunità cristiane. E basti notare quanto poco spazio trova l’enciclica Laudato si’ nelle parrocchie, anche se affronta temi che riguardano la nostra casa comune, i limiti dello sviluppo economico e fornisce orientamenti che dovrebbero attrarre l’attenzione di tutti i cristiani oltre che di tutti i cittadini.

Per non parlare dell’insegnamento del papa sui temi della pace, delle relazioni internazionali e della produzione-commercio delle armi: non sono argomenti che in genere le comunità cristiane discutono e approfondiscono. Eppure Francesco non fa altro che riprendere l’insegnamento di Gesù che ha rifiutato la guerra e ha inventato la via della non violenza attiva. Credo che le nostre comunità cristiane abbiano bisogno di una seria evangelizzazione.

Il rischio è che in questo contesto il sinodo possa avere ben poco impatto e non abbia una funzione di rinnovamento nella comunità cristiana.

E invece è fondamentale l’invito di Francesco a rimettersi in cammino. Un invito che nel 2013, il papa, appena eletto, aveva rivolto ai vescovi italiani riuniti a Firenze, senza ricevere un adeguato riscontro.

Mi auguro che i vescovi italiani prendano ora seriamente questo nuovo invito. Se tutta la Chiesa si rimetterà saggiamente in un cammino sinodale troverà nuova forza e vigore. Penso anch’io che saranno proprio le piccole comunità cristiane del sud del mondo a darci nuovo entusiasmo e vitalità pastorale.

Ma ciò avverrà solo se le Chiese d’occidente capiranno che non può esserci una Chiesa di benestanti nel nord e una Chiesa di affamati nel sud. Questa è una bestemmia, è il tradimento del vangelo che invita a “spezzare il pane” con tutti. Altrimenti che eucaristia celebriamo? Se il sinodo ci porterà a questo potremo dire di aver camminato insieme.

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