Somalia: Consegnati a Mogadiscio quattro elicotteri militari italiani
Armi e Disarmo Conflitti e Terrorismo Economia Somalia
Si tratta del modello Bell 412, prodotto da Agusta
Somalia: consegnati a Mogadiscio quattro elicotteri militari italiani
Non è chiaro se a titolo gratuito o a pagamento. L’azienda del gruppo Leonardo e il ministero della difesa, contattati, non hanno ancora risposto. Si tratta della consegna più significativa di equipaggiamento militare dalla revoca dell'embargo sulle armi imposto al paese del Corno, impegnato da anni in un violento conflitto contro gli al-Shabaab
03 Settembre 2024
Articolo di Gianni Ballarini
Tempo di lettura 3 minuti

Da qualche giorno gira sui social foto e video dell’aeroporto di Mogadiscio dove sono parcheggiati in ordinata fila 4 elicotteri Bell 412.

Si tratta di un mezzo prodotto dall’Agusta (l’attuale divisione elicotteri di Leonardo) su licenza della Bell.

Secondo Garowe online, un sito somalo di solito ben informato, sarebbero un gentile regalo a Mogadiscio del governo italiano. Quegli elicotteri, infatti, sono indispensabili nella guerra che il paese del Corno ha ingaggiato con i terroristi di al-Shabaab. Il commento di Garowe online: «Un passo significativo verso la stabilizzazione della regione». Si rafforzano «le capacità di risposta di fronte alle sfide della sicurezza interna».

Il sito military africa stima il costo: 16 milioni di dollari. Non parla di consegna gratuita.

L’Italia e i 56mila euro di armi vendute alla Somalia

Un elemento a supporto della consegna gratuita arriva dall’ultima Relazione governativa italiana sull’import ed export di armi: nel 2023 ne abbiamo vendute alla Somalia per 56mila euro. E zero negli anni precedenti.

Su un aspetto, comunque, tutti i siti specializzati concordano: si tratta della consegna più significativa di equipaggiamento militare dalla revoca dell’embargo sulle armi imposto alla Somalia.

Silenzio

Per avere chiarimenti sulla vicenda abbiamo contattato sia Agusta sia il ministero della difesa. Nessuna risposta al momento.

Secondo Global defence news, «questi elicotteri, noti per la loro robustezza e versatilità, sono specificamente progettati per varie missioni, che vanno dal trasporto di truppe all’evacuazione medica. La loro capacità di adattarsi a condizioni difficili e la loro comprovata affidabilità li rendono risorse preziose per le forze armate somale».

Consentiranno, così, il rapido dispiegamento di truppe e rifornimenti in regioni remote e faciliteranno il trasporto del personale ferito.

Non è l’unico invio 

Ma questa consegna non pare essere stata l’unica. Esattamente un anno fa, il 10 settembre 2023, il sito di informazione somalo Caasimada riferiva, sentite fonti militari locali, che Mogadiscio aveva ricevuto due elicotteri Bell 412 a luglio e altri tre dovevano arrivare successivamente.

Fino a quando non ci saranno comunicazioni ufficiali da uno dei due governi coinvolti, non si può sapere se i 4 elicotteri parcheggiati sulla pista della capitale somala facciano parte oppure no di quel “pacchetto”.

Un anno fa il sito specializzato italiano Analisi difesa scriveva, poi, che due elicotteri 412, (in dotazione in passato alla Guardia di finanza) erano stati venduti anche al Niger.

Il ritiro delle truppe dell’ATMIS e le armi egiziane

La consegna a Mogadiscio avviene in una fase politica e militare delicata per il paese del Corno. La Missione di transizione dell’Unione Africana in Somalia (ATMIS) ha ritirato circa 2mila soldati il ​​30 giugno scorso e si prevede che altri 3mila lasceranno il paese entro settembre.

Smobilitazione che avviene in conformità con le risoluzioni 2.628 e 2.670 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che impongono all’ATMIS di trasferire alle forze di sicurezza somale le responsabilità di sicurezza nelle aree concordate.

Da qui il bisogno di Mogadiscio di dotarsi di armi pesanti, soprattutto per fronteggiare i militanti del gruppo terroristico.

Non solo. È di pochi giorni fa la notizia di due aerei, stavolta egiziani, carichi di armi, atterrati il 27 agosto a Mogadiscio. Una consegna che sta minando il fragile equilibrio del triangolo Egitto-Etiopia-Somalia.

Quale legge?

Ma proprio perché si tratta di un paese per nulla pacificato, anzi coinvolto in un devastante conflitto, Roma dovrebbe muoversi con maggiore attenzione per non violare gli articoli e lo spirito della legge 185 del 1990, che disciplina il commercio di armi in Italia. Che vieta (vieterebbe, a questo punto) di consegnare armi a paesi in guerra o in conflitto.

Ma è una legge tradita e messa in naftalina da anni.

Copyright © Nigrizia - Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it