La nuova politica di lotta al terrorismo jihadista in Somalia, proclamata dal presidente Hassan Mohamud all’indomani della sua elezione il 15 maggio, non sembra sortire effetti considerevoli. Almeno a Mogadiscio, dove al-Shabaab continua a colpire con crescente ferocia.
Ѐ successo anche nei giorni scorsi con un attacco all’hotel Hayat, frequentato da parlamentari, funzionari del governo e di agenzie umanitarie. L’operazione terrorista è iniziata nel pomeriggio del 19 agosto con un blitz di un commando armato all’interno dell’albergo e il sequestro di oltre un centinaio di persone. Immediato l’intervento delle forze militari d’élite, seguito da un assedio durato 30 ore che si è concluso con la liberazione di 106 ostaggi, tra cui donne e bambini.
Nell’attacco hanno perso la vita almeno 21 persone e altre 117 sono rimaste ferite, 15 delle quali in condizioni critiche, ha fatto sapere il ministro della salute, Ali Haji Adan, ammettendo che il numero delle vittime potrebbe essere più alto, perché «è possibile che ci fossero cadaveri che non sono stati portati negli ospedali ma seppelliti dai parenti».
Al-Shabaab, che ha rivendicato l’attacco, ha affermato di aver ucciso 63 persone e ferito altre 107.
Non è chiaro di quanti uomini fosse composto il commando. Si sa però che tre aggressori sono stati uccisi durante l’operazione militare e un quarto è stato freddato nella zona la mattina del 21 agosto, mentre cercava di fuggire confondendosi tra la folla.
L’hotel ha subìto ingenti danni, anche perché i terroristi hanno usato numerose granate al suo interno.
Si è trattato del più sanguinoso attacco da quando Hassan Mohamud è stato eletto presidente.