Nonostante la palese violazione del diritto internazionale e il recente tramonto del piano Regno Unito-Rwanda, ai governi europei di estrema destra continua a piacere l’idea di deportare persone migranti in Africa.
Già dal 2022 Finlandia, Svezia e Svizzera – i primi due con un’importante storia di accoglienza di espatriati somali – hanno cominciato a fare pressioni su Mogadiscio, affinché accetti la deportazione di rifugiati e richiedenti asilo somali, le cui richieste sono state respinte.
Una pressione aumentata dopo che le recenti elezioni nei tre paesi europei hanno portato al potere partiti politici di estrema destra, ha dichiarato un rappresentante dell’ufficio del primo ministro somalo, all’emittente locale KAAB TV.
Che riporta un incontro avvenuto di recente all’interno del complesso dell’Unione Europea nel campo Halane a Mogadiscio, tra l’ambasciatore svedese Joachim Waern e funzionari di sette dipartimenti e agenzie del governo federale. Tutti uffici che “hanno ricevuto sostegni da Finlandia, Svezia e Svizzera”, precisano fonti coperte da anonimato.
Gli ambasciatori dei tre paesi – precisa ancora KAAB TV – chiedono anche che la Somalia autorizzi la deportazione di persone condannate per crimini commessi nelle nazioni ospitanti.
Per il momento il governo di Mogadiscio oppone resistenza. «Non vi è alcuna garanzia che, una volta iniziato, tutto finirà lì. Sarà una deportazione di massa, ed è ciò che temiamo», ha detto un funzionario, anche lui sotto anonimato.