Somalia: nuovi appelli per il ripristino dell’embargo sulle armi
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A sette mesi dalla rimozione del divieto i traffici illeciti appaiono fuori controllo. Preoccupa anche la corsa al riarmo delle milizie claniche
Somalia: si moltiplicano gli appelli per il ripristino dell’embargo sulle armi
18 Luglio 2024
Articolo di Redazione
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La Somalia sta assistendo a una crescente proliferazione di armi, destinate non solo al movimento qaedista al-Shabaab ma anche a milizie claniche, dopo la rimozione dell’embargo decisa nel dicembre 2023 dalle Nazioni Unite, dopo 31 anni.

Sul tema si è pronunciato ieri il ministro degli Esteri dello stato indipendente settentrionale del Somaliland che ha chiesto al Consiglio di sicurezza ONU – di cui la Somalia entrerà a far parte nel 2025 – e alla comunità internazionale di “rivalutare urgentemente la loro decisione di revoca dell’embargo sulle armi” e di “adottare misure immediate per affrontare la crisi in atto e prevenire un’ulteriore destabilizzazione della regione”.

Stesse preoccupazioni e stesse richieste espresse anche dal Gruppo indipendente della società civile somala (Independent Somali Civil Society Group) che “esorta il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a condurre un’indagine approfondita su coloro che sono coinvolti in traffici illeciti di armi, compresi i loro finanziatori e le loro affiliazioni politiche, e ad intraprendere azioni decisive”.

Nel comunicato reso pubblico ieri si chiede inoltre il ripristino del gruppo di monitoraggio dell’ONU “per documentare queste violazioni in modo completo e garantire la responsabilità delle persone coinvolte”.

Gli appelli fanno seguito al sequestro, avvenuto il 15 luglio nella regione centrale di Galmudug, da parte delle milizie locali Marehan, di due grandi camion carichi di armi e munizioni, sottratti alle forze governative dopo ore di combattimenti a Shiir Madow, vicino alla città di Abudwaq, nei pressi del confine etiopico.

Secondo il ministero della Sicurezza interna della Somalia le armi, provenienti dall’Etiopia, erano state inizialmente sequestrate dalle forze di sicurezza governative a “commercianti illegali di armi” e venivano scortate, quando le milizie armate locali hanno eretto un posto di blocco e attaccato il convoglio.

I due camion contenevano un arsenale composto da 150 a 200 mitragliatrici pesanti DsSHK, 500 mitragliatrici PK, da 200 a 260 fucili di precisione M16, oltre 2.200 fucili AK-47, più di 800 pistole con silenziatore e una grande quantità di munizioni.

Di conseguenza, fa notare il Horn Observer, il giorno successivo il prezzo delle armi da fuoco è crollato drasticamente, con gli AK-47 venduti a soli 100 dollari nel mercato nero.

Lo stesso giornale online riporta che “i funzionari di Galmudug ritengono che le armi, pur entrando dall’Etiopia, siano state fornite da Gibuti con il coinvolgimento di uomini d’affari e trafficanti di armi, tra cui Abdinasir Ali Adoon, un uomo d’affari Hawiye e socio in affari del presidente Hassan Sheikh Mohamud”. “Abdinasir – si precisa ancora – è stato uno dei principali finanziatori della campagna elettorale del presidente Mohamud nel maggio 2022”.

Sempre nella regione centrale, ricordano le autorità del Somaliland, “negli ultimi tre mesi al-Shabaab ha sottratto con successo notevoli quantità di armi alle forze governative”.

Ma la situazione sembra aggravarsi anche sul fronte meridionale dove conflitti armati tra clan rivali persistono in diverse regioni, e dove il 16 luglio, durante un’operazione nel distretto di El-Wak, città al confine con il Kenya, nella regione di Gedo, le autorità hanno sequestrato un quantitativo imprecisato di armi e munizioni a presunti “trafficanti di armi”.

Armi e munizioni che sono state però subito restituite ai proprietari, riporta ancora Horn Observer, “poiché il sequestro ha innescato nuove tensioni tra i clan”, ai quali, evidentemente, il carico era destinato.

El-Wak ospita una delle basi della forza dell’Unione Africana ATMIS che è stata recentemente consegnata alle forze armate somale dopo il ritiro dei militari kenyani, nell’ambito di un piano generale che dovrebbe portare al completo ritiro della missione dalla Somalia entro la fine dell’anno.

In una analisi pubblicata lo scorso marzo da Global Initiative Against Transnational Organized Crime (GI-TOC) sulla base dei dati del Global Organized Crime Index 2023, la Somalia ospita uno dei mercati del traffico di armi più pervasivi in ​​Africa (punteggio 9 punti su 10, un aumento di 0,5 punti dal 2021). (MT)

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