Anche quest’anno c’è tanta Africa nel premio svedese Right Livelihood Award, noto come “Nobel alternativo”, che dal 1980 valorizza i “coraggiosi promotori del cambiamento”.
Coloro che, come si legge nel sito dell’istituzione, “testimoniando sofferenze indicibili, si oppongono per salvare vite umane, preservare la natura e salvaguardare la dignità e i mezzi di sussistenza delle comunità di tutto il mondo”.
I premi quest’anno sono andati a due ambientalisti, la kenyana Phyllis Omido e l’organizzazione cambogiana Mother Nature Cambogia, ma anche a SOS Mediterranee, ong umanitaria europea impegnata nei soccorsi di persone migranti, premiata “per aver salvato la vita di oltre 38.500 persone nel Mar Mediterraneo, la rotta migratoria più mortale del mondo”.
“L’incrollabile impegno dell’organizzazione a favore dell’umanità non solo ha salvato vite umane, ma ha mantenuto il pubblico, le istituzioni europee e i governi nazionali profondamente consapevoli della realtà della crisi umanitaria nel Mar Mediterraneo”, scrive il Right Livelihood Award, motivando il riconoscimento.
«È estremamente importante che il premio faccia effettivamente luce sulla situazione in mare delle migliaia di persone che cercano di fuggire rischiando la vita», ha commentato Caroline Abu Sa’da, direttrice esecutiva dell’ufficio svizzero di SOS Mediterranee.
Phyllis Omido, soprannominata la “Erin Brockovich dell’Africa orientale”, è stata premiata invece “per la sua lotta rivoluzionaria volta a garantire i diritti fondiari e ambientali alle comunità locali, promuovendo al contempo il campo del diritto ambientale”.
L’attivista è impegnata da oltre un decennio in una lotta per la giustizia e la salute della comunità di Owino Uhuru che soffre di avvelenamento da piombo da quando un impianto per la fusione di batterie ha iniziato a funzionare nel loro villaggio.
Il premio onorario è stato invece assegnato a Eunice Brookman-Amissah, attivista ghaniana per i diritti riproduttivi delle donne africane, “per le sue discussioni pionieristiche sui diritti riproduttivi delle donne in Africa, che hanno aperto la strada alla liberalizzazione delle leggi sull’aborto e al miglioramento dell’accesso all’aborto sicuro”.
Mother Nature Cambogia, è un’organizzazione per i diritti ambientali guidata da giovani che “proteggono le risorse naturali della Cambogia e difendono i diritti umani e la democrazia di fronte alla crescente repressione del governo”.
“Attraverso un attivismo impavido, Madre Natura Cambogia ha senza dubbio cambiato il panorama della società civile cambogiana, dando voce alle preoccupazioni relative all’ambiente e ai diritti umani attraverso un approccio innovativo, guidato dai giovani, che ha ampliato lo spazio per l’impegno civico e ispirato le future generazioni di promotori del cambiamento”, si legge nelle motivazioni del premio.
La scorsa edizione il Right Livelihood Award aveva premiato tre attivisti africani: Fartuun Adan, nata in Somalia, sua figlia Ilwad Elman e l’ugandese Dickens Kamugisha.