La Liberia si dota di Starlink, il servizio di internet legato a Space X, la compagnia di Elon Musk. La scorsa settimana, le autorità di Monrovia hanno annunciato la concessione di una licenza di un anno. Il fine è di passare dall’attuale 60% della copertura di rete al 100%, arrivando a portare la connessione anche alle zone rurali, finora le più toccate dal digital divide.
Starlink può tecnicamente soddisfare una tale aspettativa grazie alla sua rete di satelliti posizionati ad un livello orbitale più basso di altri. Il che gli consente di trasmettere un segnale molto più forte delle compagnie rivali. E, soprattutto, di operare senza bisogno di realizzare infrastrutture nel paese, come l’interramento di cavi in fibra ottica.
La Liberia è il 17° paese africano ad accordare una licenza. Tra gli altri si annoverano anche giganti come la Nigeria e il Kenya.
Il prezzo da pagare per gli Stati
Sembrerebbe la soluzione a tutti i problemi di connettività del continente. Ma le criticità non mancano. In primo luogo, perché gli stati africani scorgono all’orizzonte la minaccia del monopolio di una società privata estera sulla fornitura di internet. Con il rischio di dipendere da un solo attore in un ambito strategico come quello di internet.
Seconda poi, le compagnie di telecomunicazioni tradizionali, come Vodafone, Mtn, Orange sono pronte a vendere cara la pelle. E fanno pressione sui governi affinché tutelino i loro investimenti.
In ballo, c’è anche il fattore del controllo statale sulla rete. Molti stati africani hanno il vizietto di sospendere l’uso di internet tramite i loro operatori per spegnere le proteste sociali. Con Starlink sarebbero tecnicamente meno capaci di farlo.
Queste sono le ragioni principali che hanno portato al rifiuto delle licenze in vari paesi, tra cui la Costa d’Avorio, il Senegal e anche nel paese originario di Musk, il Sudafrica. In quest’ultimo caso, Pretoria ha motivato il suo diniego con una ragione specifica: la regolamentazione nazionale prevede che una società di telecomunicazione possa ricevere una licenza solo se almeno il 30% dei suoi proprietari provengono da gruppi socialmente svantaggiati. E Starlink non soddisfa questa condizione.
E il prezzo da pagare per gli utenti
Finora però, l’ostacolo principale alla sua avanzata sul continente è il prezzo dell’abbonamento, che risulta ben più alto dei suoi concorrenti. In Ghana per esempio, un utente Starlink deve pagare 5,390 cedi (circa 310€) per il kit d’installazione e 770 cedi (44€) al mese; mentre Vodafone, uno degli operatori più diffusi, richiede rispettivamente 23€ per un router wifi e 12€ per l’abbonamento mensile. Di conseguenza, al momento Starlink è usato perlopiù dalla fascia più alta dei consumatori (tra cui istituzioni, aziende, organizzazioni, start-up).