Sta suscitando preoccupazione l’insolito numero di morti tra le fila di esponenti della camera bassa del parlamento sudsudanese. Sono più di 50 da quando l’Assemblea legislativa nazionale di transizione (la camera bassa) è stata ricostituita, il 30 agosto 2021, con gli ultimi quattro decessi avvenuti solo il mese scorso, a distanza di pochi giorni uno dall’altro. Una media di circa quattro vittime ogni mese, una alla settimana. A riportare la notizia è il sito sudanese d’informazione The City Review.
Queste morti rappresentano oggi «la più grande preoccupazione del parlamento», ha affermato il vicepresidente della commissione parlamentare per gli affari, l’etica e l’integrità dei membri del parlamento, Alier Samuel Ateny, evidenziando le pesanti ripercussioni che hanno sulle attività dell’assemblea e degli uffici collegati.
Ateny, che guida il comitato per la cura, il benessere e la salute dei legislatori, ha detto che la maggior parte dei deceduti erano persone anziane e ha notato che la maggior parte delle morti è avvenuta per attacchi di cuore. L’elevato numero di decessi appare però sospetto, anche perché avvenuti in alcuni casi senza che si fosse a conoscenza di particolari patologie o rischi.
Il malessere, fa sapere ancora la testata giornalistica, aleggia in particolare tra i politici del partito del presidente Salva Kiir, il Movimento di liberazione del popolo sudanese (Splm), che detiene 332 dei 550 seggi, e che ha subito importanti perdite. Il capo del governo all’Assemblea legislativa nazionale di transizione, Rebecca Okwaci, ha ricordato le vittime più recenti partendo dalla parlamentare Veronica Louis Renzi, deceduta all’improvviso il 29 ottobre a 73 anni.
«Ci addolora anche molto il fatto che stiamo perdendo quadri di persone che hanno servito come combattenti per la libertà», ha detto Okwaci, riferendosi ad altri legislatori del Splm morti ad ottobre: l’ex sindaco del consiglio comunale di Juba, Sarafino Wani Suka, morto a Nairobi, in Kenya, e l’ex ministro della conservazione della fauna selvatica e del turismo, e veterano della guerra d’indipendenza, generale Alfred Akwoch, deceduto il 14 ottobre a Kampala, in Uganda, a 77 anni.
Il mese prima, il 24 settembre, era morta durante la notte nella sua abitazione l’ex vice portavoce del parlamento Jasmine Samuel Adakayi. Aveva 58 anni.
«Nel caso di Veronica e Jasmine, non c’era alcun preavviso di malattia; niente mal di testa, niente di niente. Ad esempio, Veronica, il giorno prima di morire, era in riunione con il primo vicepresidente (Rieck Machar, ndr) e stava apparentemente bene, ma quando è tornata a casa, la notizia che è arrivata è stata scioccante: è morta, come Jasmine Samuel e persino Simon Digidi è morto all’inizio di quest’anno», ha raccontato Okwaci.