Due responsabili politici del Sud Sudan sono finiti nel mirino del ministero del tesoro e del dipartimento di stato Usa perché ritenuti colpevoli di violenze sessuali avvenute durante la guerra civile (2013-2018) che ha causato 400mila morti e milioni di profughi.
Stessa sorte è toccata a due leader del gruppo Stato islamico (Is): i jihadisti sono ritenuti i mandanti di violenze sessuali e di tortura nei confronti di donne e bambine yezidi, una minoranza religiosa curdofona presente soprattutto nel nord dell’Iraq e della Siria.
È la prima volta che gli Usa impongono sanzioni economiche (congelamento dei beni e divieto di recarsi negli Usa) per violenze sessuali avvenute nel corso di conflitti.
Per ciò che riguarda il Sud Sudan, il ministero del tesoro Usa ha colpito James Nando, un graduato dell’esercito, e Alfred Fatuvo che ricopre un incarico politico non precisato.
Questa azione s’inscrive nel quadro della Giornata internazionale per l’eliminazione delle violenze sessuali nei conflitti, organizzata dalle Nazioni Unite ogni 19 giugno a partire dal 2015.