Mons. Paride Taban, deceduto il 1° novembre, festa di Tutti i Santi, mentre era in cura a Nairobi, era stato il primo vescovo della diocesi cattolica di Torit nel Sud Sudan, dove prestò servizio dal 1983 al 2004.
Da quando si era ritirato dal suo servizio ministeriale, si era prodigato per la pace tra i sudsudanesi, ed era stato mediatore tra le autorità governative dell’SPLA e David Yau Yau, leader dell’insurrezione dei murle conclusasi con un accordo di pace nel 2017.
Mons. Taban è stato sepolto il 7 novembre a Torit, nella cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, dove era stato trasportato dopo la messa funebre a Juba, presieduta da Sua Eminenza Gabriel Zubeir, arcivescovo emerito di Khartoum.
Il cardinale Zubeir, durante la celebrazione di sepoltura, ha incoraggiato la nuova generazione di vescovi a seguire il cammino di mons. Taban. «Il Signore – ha detto il pastore – prende i vescovi anziani per fare spazio ai nuovi vescovi, clero e religiosi, per iniziare una nuova era».
«La Chiesa si prepara a celebrare il 50° anniversario dell’istituzione della gerarchia in Sudan e Sud Sudan» e ha aggiunto: «Il primo è stato mons. Makara, che aveva oltre 80 anni, e ora mons. Paride Taban, il più anziano vescovo vivente. Il terzo di loro potrei essere io che presto compirò 80 anni».
Sua Eminenza Zubeir ha affermato che la scomparsa dei vecchi vescovi deve essere vista come un messaggio del Signore agli attuali vescovi, al clero e ai fedeli mentre continuano nel loro impegno al servizio della Chiesa e del Regno di Dio.
«La scomparsa di mons. Paride – ha detto il cardinale – segna per noi un nuovo inizio. Stiamo assumendo la sua eredità come seguaci del suo servizio devoto al Signore con uno spirito rinnovato».
Il pastore ha aggiunto che, mentre la Chiesa cattolica inizia una nuova era, i giovani dovrebbero testimoniare la presenza di Cristo in questo Paese.
«Gettando via le armi dalle loro mani, l’odio, l’egoismo e l’avidità dai loro cuori – ha ammonito il cardinale -, permettiamo all’amore di Cristo di diffondersi ancora una volta attraverso di noi».
Riflettendo sulla vita del defunto vescovo Paride, il cardinale Gabriele lo ha descritto come un padre umile, di profonda spiritualità e che non si perdeva in troppe parole.
Insegnava ai fedeli e ai religiosi ad essere buoni ascoltatori, ma anche a essere pronti a mettere in pratica ciò che insegnavano e credevano.
Vescovi, sacerdoti e religiosi, infatti, per l’emerito vescovo di Torit, dovevano essere non solo predicatori del vangelo ma operatori che davano testimonianza con la vita.