Mercoledì 29 settembre il presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa, ha autorizzato la pubblicazione del rapporto dell’Unità investigativa speciale (SIU, nell’acronimo inglese) – l’ente dello stato incaricato di investigare casi di corruzione, frode e cattiva amministrazione –, che ha portato alla sospensione di Anban Pillay, vicedirettore del ministero della salute, di Popo Maja, incaricato della comunicazione e di altri quattro esponenti dello stesso ministero.
I sei funzionari sono accusati di aggiudicazione irregolare dell’appalto a Digital Vibes, una società guidata da Tahera Mather, stretta collaboratrice dell’allora ministro della salute Zweli Mkhize, dimessosi nell’agosto scorso dopo che il quotidiano sudafricano Daily Maverick aveva svelato come lui e la sua famiglia avessero beneficiato dell’appalto truccato.
9 milioni per la lotta al Covid-19
È stato spartito tra la famiglia Mkhize e i soci di Mather l’equivalente di circa 9 milioni di euro del denaro dei contribuenti sudafricani. La somma doveva essere utilizzata per la campagna di sensibilizzazione e diffusione di materiale di informazione per salvare vite umane durante la prima ondata della pandemia del Covid-19 che aveva colpito il Sudafrica.
Ad annunciare la sospensione precauzionale dei sei funzionari è stato l’attuale ministro della salute, Joe Phaahla che ha voluto sottolineare la sua estraneità ai fatti contestati non essendo mai stato consultato per l’assegnazione dell’appalto quando era viceministro di Mkhize.
«Abbiamo preso atto delle gravi accuse contro alcuni alti funzionari dipartimentali, in particolare il vicedirettore generale responsabile per le normative sanitarie, il dottor Anban Pillay, direttore generale facente funzioni al momento dell’aggiudicazione dell’appalto a Digital Vibes. Vorremmo porgere le nostre scuse senza riserve a tutti i sudafricani per questa sfortunata saga, assicurando al pubblico che agiremo in modo completo e deciso per garantire che nulla venga tenuto nascosto», ha affermato Phaahla.
I sei funzionari interessati del ministero della salute riceveranno lettere di sospensione in attesa del completamento del processo disciplinare e della formalizzazione delle accuse. Ai sei accusati va aggiunto anche il nome del direttore generale del ministero della salute, Sandile Buthelezi, che è stato sospeso due settimane fa dallo stesso presidente Cyril Ramaphosa.
A persone esterne può sembrare controproducente la decisione del presidente sudafricano di rendere pubblico il risultato dell’inchiesta dell’Unità investigativa speciale che getta discredito sull’operato del governo dell’African national congress al potere dal 1994.
In un tempo in cui il Sudafrica è in piena campagna elettorale in vista delle elezioni amministrative che si terranno il 1° novembre, quando i cittadini saranno chiamati alle urne per votare i consigli di tutti i comuni distrettuali, metropolitani e locali in ciascuna delle nove province del paese.
Con la sua presa di posizione Ramaphosa ha voluto dimostrare agli elettori, invece, che il suo governo sta facendo sul serio per estirpare il cancro della corruzione, piaga che finora ha inghiottito l’equivalente di decine e decine di miliardi di euro destinati all’istruzione, alla salute, alla creazione di nuovi posti di lavoro e ad alleviare le condizioni di vita di tanti diseredati.
L’esito delle urne delle ormai prossime elezioni dirà se i sudafricani hanno premiato gli sforzi del presidente e del suo partito per abolire la corruzione e il malgoverno o se la sospensione dei funzionari del ministero della salute sarà stata considerata una “operazione di marketing” per cercare di fare dimenticare ai cittadini l’insoddisfazione nei riguardi del governo dell’Anc per i tanti, troppi casi di malversazione e di inefficienza nell’erogazione di servizi.