La Eskom, l’azienda pubblica che gestisce l’energia elettrica in Sudafrica, viene letteralmente saccheggiata da un sistema di corruzione che si appropria di 55 milioni di dollari ogni mese.
Lo ha dichiarato di fronte alla commissione parlamentare sui conti pubblici Andre de Ruyter, amministratore delegato della Eskom dal 2020 al febbraio del 2023 quando è stato bruscamente licenziato.
Ruyter ha confermato alla commissione quanto aveva dichiarato subito dopo la sua cacciata dalla Eskom. E cioè che nella corruzione endemica sono implicati alti responsabili del governo, tra i quali un ministro di cui però non ha voluto fare il nome.
Il tasto Eskom è piuttosto delicato perché i sudafricani subiscono interruzioni di energia elettrica fino a 12 ore al giorno. Ciò ha pesanti ricadute anche sulle attività economiche: stime del governo dicono che la produzione subisce perdite per 50 milioni di dollari ogni giorno.
Inoltre l’attuale governo tende ad addebitare la corruzione e la cattiva gestione della Eskom – che ha un debito di 23 miliardi di dollari – agli esecutivi diretti dal presidente Jacob Zuma (2009-2018). Evidentemente l’esecutivo del presidente Cyril Ramaphosa, in carica dal 2018, non ha risolto i problemi…
Il Sudafrica produce l’80% dell’elettricità da centrali a carbone. La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2022 (COP27) ha approvato un piano di investimenti da 98 miliardi di dollari per avviare un transizione del paese dell’Africa australe verso l’utilizzo di energie pulite.