Alleanza democratica (DA), il maggior partito di opposizione in Sudafrica, le chiama senza mezzi termini «quote razziali» e ha indetto per domani una manifestazione a Città del Capo.
Contesta una legge approvata dal parlamento, a maggioranza Anc (African National Congress), ma non ancora in vigore.
Una legge che obbliga le imprese con più di 50 dipendenti a dotarsi di un parco-lavoratori che rifletta la demografia della regione in cui operano.
Secondo uno studio recente i bianchi rappresentano meno del 10% dei 60 milioni di sudafricani.
Oggi il tasso di disoccupazione dei bianchi è del 9,5%, mentre un nero su due è privo di lavoro.
Secondo il ministro del lavoro Thulas Nxesi la legge intende promuovere l’uguaglianza che rimane un miraggio 30 anni dopo la caduta del regime dell’apartheid: «Questo non significa che i bianchi saranno licenziati per lasciare il posto ai gruppi svantaggiati».
Ribatte Alleanza democratica: «Circa 600mila persone perderanno il loro impiego perché non hanno un adeguato colore di pelle o vivono in “cattive” regioni».
Per Gareth Ackerman, presidente della catena di supermercati Pick n Pay, «la legge avrà l’effetto di togliere il lavoro a persone qualificate, rimpiazzandole con persone non qualificate».
Getta acqua sul fuoco, Matthew Parks, portavoce della Confederazione sindacale (Cosatu): «Si tratta di una legge razionale e non il mostro che viene presentato da Alleanza democratica».