Sudafrica: il settore privato sostiene l’imprenditoria nera
Economia Politica e Società Sudafrica
Un fondo da 12 miliardi è stato annunciato dal presidente. Lo mettono a disposizione 70 aziende
Sudafrica: il settore privato sostiene l’imprenditoria nera con miliardi di euro
21 Marzo 2024
Articolo di Redazione
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Un centro commerciale di Johannesburg

In Sudafrica oltre 70 aziende si sono impegnata ad acquistare beni prodotti da compagnie di proprietà di imprenditori neri per un valore totale di 216 miliardi di rand in cinque anni, circa 12 miliardi di euro. L’annuncio è stato fatto dal presidente Cyril Ramaphosa nel corso della seconda edizione della Conferenza degli industriali e degli esportatori neri, che si è tenuta a Sandton, un sobborgo di Johannesburg.

Questo appuntamento viene organizzato nell’ambito della Black Industrialists Policy, un’iniziativa lanciata dal dipartimento del commercio nel 2015 per sostenere la partecipazione economica di aziende gestite da imprenditori neri. Dopo la fine del regime di apartheid nel 1994 il Sudafrica ha iniziato a dotarsi di strumenti per livellare le disuguaglianze economiche e sociali su cui di fatto si reggeva il sistema di segregazione razziale.

Il più rilevante fra i mezzi messi a punto dallo stato sudafricano è il Broad-Based Black Economic Empowerment Act (B-BBEE-Act), un provvedimento introdotto dal 2003 e più volte aggiornato nel corso degli anni. È utile specificare che con la parola “nero” si intendono tutti i cittadini appartenenti ai gruppi riconosciuti come africani, coloured e di origine indiane. Categorie queste, usate in Sudafrica per suddividere la popolazione e impiegate anche nel censimento nazionale. Queste persone sono anche definite persone storicamente svantaggiate (historically disadvantaged Individual, HDI), in quanto private della piena cittadinanza durante l’apartheid.

Da Nestlè a Ford

Durante le conferenze degli industriali neri, era in genere il governo ad annunciare fondi pubblici a sostegno delle imprese gestite da persone non bianche. Stavolta il grosso dello sforzo proviene invece dal settore privato. Settanta società – fra le quali, riporta l’emittente Sa News 24, figurano Ford, Mercedes-Benz Sudafrica, Nestlè e Samsung – si sono appunto impegnate a sborsare l’equivalente di 12,7 miliardi di euro. Di questi 537 milioni di euro (circa 11 miliardi di rand) provengono da stessi imprenditori neri.

Il settore che ha annunciato più fondi (79 miliardi di rand, 3,9 miliardi di euro) è quello della vendita al dettaglio, seguito da appalti per le infrastrutture e agricoltura.
L’ottica è quella di favorire la sempre maggiore integrazione nel sistema economico degli imprenditori non bianchi, ma anche quella di sostenere le piccole e medie imprese contro lo strapotere delle grandi società monopolistiche. Ramaphosa ha anche annunciato che nel prossimo futuro la Commissione per la competizione, un’agenzia statale, condurrà una serie di ricerche per poter meglio affrontare la questione della concentrazione del potere economico e la scarsa partecipazione delle piccole imprese.

Tornando alla questione delle discriminazioni, il capo di stato ha affermato: «Dobbiamo aprire l’economia e renderla più inclusiva. Ciò significa affrontare le caratteristiche strutturali del mercato che inibiscono la partecipazione degli industriali neri all’economia». Un nodo che si è presentato anche al momento di sostenere le imprese colpite dalle conseguenze della pandemia di Covid-19. Il capo di stato ha detto infatti che le aziende di proprietà di persone nere hanno avuto molto più difficoltà ad accedere ai fondi del governo.

Ramaphosa ha affermato che comunque «progressi significativi» si sono verificati nei 30 anni dalla fine dell’apartheid, durante i quali ha governato sempre e solo il suo partito, l’African National Congress (ANC).

Il monopolio dell’ANC potrebbe venire meno a maggio, quando i sudafricani si recheranno alle urne per quelle che promettono di essere le elezioni più combattute dal ritorno alla democrazia.

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