L’African National Congress (ANC), il partito che governa il Sudafrica dalla fine del regime di apartheid, nel 1994, è sempre più sotto accusa con l’approssimarsi delle elezioni del 2024, mentre nel paese crescono i disordini sociali dovuti all’aumento del costo della vita.
A contestare le politiche governative è ora anche il più grande sindacato del paese e storica base di consensi per l’ANC.
Ieri centinaia di lavoratori del settore pubblico e non solo, affiliati al COSATU (Congress of South African Trade Union) e ad altre sigle sindacali, hanno manifestato in tutte le grandi città delle nove provincie sudafricane.
Chiedono che il governo affronti urgentemente l’aumento dei tassi di disoccupazione, i tagli salariali, gli attacchi alla contrattazione collettiva e la disuguaglianza sociale.
Tra le richieste anche riduzioni dei tassi di interesse e riforme del settore dell’elettricità, punto dolente per il partito del presidente Ramaphosa che non ha saputo impedire il default dell’azienda elettrica statale Eskom, travolta dai debiti a causa di anni di mala gestione e corruzione ad alti livelli.
Risultato: oltre un anno con persistenti e prolungati blackout che hanno messo in ginocchio la nazione più industrializzata del continente.
Per il COSATU, l’ANC deve anche intervenire contro l’aumento della criminalità, oggi a un livello tra i più alti al mondo, e contro la corruzione endemica, anche questa in espansione, in particolare tra funzionari statali.
In particolare i sindacati chiedono al governo di attuare le raccomandazioni fatte dalla Commissione d’inchiesta Zondo al termine di un’accurata indagine sulla “cattura dello Stato”, il piano della potente famiglia Gupta per impadronirsi di Eskom con la complicità dell’allora presidente (2009 – 2018) e segretario generale dell’ANC Jacob Zuma.
I sindacati hanno concesso agli uffici e ai dipartimenti governativi di ciascuna delle nove provincie del Sudafrica 14 giorni per rispondere alle loro richieste.
«La società è arrabbiata per ciò che sta accadendo nel paese. Se il governo non prende sul serio i nostri avvertimenti, deve aspettarsi le conseguenze e una di queste si paleserà alle elezioni del prossimo anno», ha dichiarato il segretario organizzativo nazionale del COSATU, Thabo Mahlangu.
Una minaccia piuttosto chiara per l’ANC e Ramaphosa che senza i voti del potente sindacato rischiano seriamente di dover abbandonare il potere detenuto per tre decenni. Anche perché, questa volta, le opposizioni stanno per la prima volta lavorando a una coalizione in grado di presentarsi come alternativa.
E i segnali del malessere dei sudafricani si sono già palesati con il crollo dei consensi alle elezioni amministrative del novembre 2021.