Padre Paul Tatu, missionario stimmatino e giornalista, è stato assassinato a Pretoria, capitale amministrativa del Sudafrica. A comunicare la triste notizia è stato Padre Gianni Piccolboni, 76 anni, missionario veronese dell’Istituto delle Sacre Stimmate che ha vissuto in Sudafrica per oltre 30 anni, dove è stato tra l’altro responsabile dei missionari.
«Siamo stati informati ma non sappiamo ancora bene la dinamica dei fatti» ha chiarito padre Piccolboni. «Sembra tuttavia che padre Paul fosse stato testimone dell’uccisione di una donna». Il religoso, 45 anni, era originario del Lesotho, era laureato in giornalismo e aveva svolto un periodo di servizio presso l’ufficio comunicazioni della Conferenza dei Vescovi cattolici dell’Africa meridionale (Sacbc).
Quest’ultimo ente ha espresso il proprio cordoglio per la scomparsa di padre Paul. In una comunicazione, firmata dal Vescovo Sithembele Sipuka, presidente della Conferenza episcopale, si ricorda che il religioso stimmatino ucciso aveva lavorato con dedizione per diversi anni come responsabile dei media e delle comunicazioni della Sacbc. I vescovi cattolici della regione hanno inoltre sottolineano che l’assassinio di padre Tatu «non è un incidente isolato, ma piuttosto un esempio angosciante del deterioramento della sicurezza e della moralità in Sudafrica».
Il problema sicurezza
A oggi il paese presenta il terzo peggior dato al mondo per quanto riguarda il tasso di omicidi ogni 100mila abitanti: ben 42, solo Isole Vergini e Giamaica fanno peggio secondo quanto registrato dalla Banca Mondiale. Stando a dati comunicati di recente dal ministro della polizia Bheki Cele, solo nel quarto trimestre del 2023 si sono verificati oltre 7.000 omicidi, per una media di circa 85 al giorno.
Il tema della sicurezza è fra i più discussi in vista delle elezioni generali che si disputeranno il 29 maggio. Secondo diversi sondaggi concordanti, l’Africa National Congress (Anc) che governa il paese dal 1994 rischia per la prima volta dal ritorno alla democrazia di scendere sotto il 50% dei consensi a delle consultazioni nazionali, forse anche in modo rovinoso.
La presenza dei missionari stimmatini in Sud Africa risale al Novembre 1960, quando arrivarono i primi missionari: padre Lino Inama, padre Dario Weger, padre Primo Carnovali e fratel Giuseppe Modena. Ora la Provincia ha comunità in varie nazioni dell’Africa australe: Sud Africa, Lesotho, Botswana, Malawi e Tanzania.