Il Sudafrica sempre più al centro delle tensioni tra Stati Uniti e Russia. E sempre più in difficoltà nel mantenere la sua dichiarata neutralità sull’occupazione dell’Ucraìna.
Dopo il polverone sollevato dalle dichiarazioni dell’ambasciatore americano Reuben Brigety, che ha accusato Pretoria di aver fornito armi e munizioni a Mosca lo scorso dicembre, il capo delle forze di terra dell’esercito sudafricano (South African National Defense Force – Sandf), generale Lawrence Mbatha, assieme a una delegazione di altri vertici militari, è volato a Mosca per un incontro bilaterale con la controparte russa che la Sandf dice essere pianificato da tempo.
“Le parti hanno discusso questioni di cooperazione militare e l’attuazione di progetti per migliorare la prontezza al combattimento degli eserciti dei due paesi” e “l’incontro ha prodotto accordi sull’ulteriore espansione della cooperazione tra le forze di terra in vari settori”, fa sapere il ministero della difesa russo in uno scarno comunicato diffuso dall’agenzia di stampa statale Tass.
Sul rafforzamento dell’intesa militare tra i due storici alleati è intervenuto ieri il presidente sudafricano che nei giorni scorsi ha avuto un colloquio telefonico con Putin, nel quale entrambi hanno manifestato il desiderio di aumentare la reciproca collaborazione.
Collaborazione che aveva già sollevato polemiche a febbraio, quando il Sudafrica aveva ospitato e partecipato a un’esercitazione militare navale congiunta con Mosca e Pechino, alleati del gruppo Brics assieme a India, Brasile e Cina.
Ieri Cyril Ramaphosa ha ribadito la posizione di non allineamento del suo paese, precisando che Pretoria non favorisce la Russia rispetto ad altri stati con i quali ha rapporti diplomatici e militari, e ha ribadito il suo appello per una risoluzione pacifica del conflitto in Ucraìna.
Anche all’ultima votazione all’Assemblea generale dell’Onu il 26 aprile su “Cooperazione tra le Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa” – che riconosceva l’aggressione militare della Russia nei confronti dell’Ucraìna e sottolineava l’importanza di difendere la sovranità e l’integrità territoriale di tutte le nazioni – il Sudafrica era tra i 18 astenuti.
Resta da vedere come si muoverà il governo sudafricano ad agosto, quando a Johannesburg è previsto l’arrivo di Putin per il 15° vertice del Brics. Putin è infatti colpito da un mandato di cattura emesso dalla Corte penale internazionale (Cpi) per i crimini di guerra in Ucraìna, e il Sudafrica, che è membro della Cpi, ha l’obbligo di arrestarlo.
Di sicuro i rapporti tra l’African national congress e il Cremlino stanno già scatenando una tempesta politica cavalcata dalle opposizioni che rischia di acuire la spaccatura interna al partito di governo e di esasperare le tensioni in vista delle elezioni generali del prossimo anno.