Senza fornire motivazioni in merito alla sua decisione, il leader militare sudanese, il generale golpista Abdel Fattah al-Burhan, ha annunciato ieri un importante rimpasto della leadership militare del paese.
Il cambiamento include la promozione e il pensionamento del comandante delle forze di terra, del capo di stato maggiore e di alcuni vicecapi per vari settori dell’esercito, nonché del suo ispettore generale.
In precedenza era stato annunciato un cambiamento alla guida dell’aviazione, mentre il presidente dei capi di stato maggiore congiunti, il generale Mohamed Osman Alhussein, era stato mantenuto nella sua posizione.
L’annuncio di ieri rappresenta il più importante cambiamento nella leadership dell’esercito da quando un colpo di stato guidato da Al-Burhan il 25 ottobre 2021 ha posto fine a un governo di transizione misto, con militari e civili, dopo la deposizione del trentennale regime di Omar El-Bashir l’11 aprile 2019.
E proprio El-Bashir è stato al centro della visita nel paese del procuratore generale della Corte penale internazionale (Cpi), Karim Khan, arrivato il 20 agosto per spingere sulla consegna dei ricercati dal tribunale dell’Aja, quasi tutti attualmente detenuti in Sudan.
Tra questi, oltre all’ex presidente, ci sono l’ex leader del partito di El-Bashir (Partito del congresso nazionale – Ncp), Ahmed Haroun, l’ex ministro della difesa, Abdul Rahim Mohamed Hussein, e Abdulla Banda, un leader ribelle di cui si sono perse le tracce.
Una visita, quella di Khan, che non ha sortito gli effetti desiderati, vista la reazione di 11 ambasciatori e capi missione occidentali nel paese che hanno accusato le autorità militari al potere di aver interrotto la cooperazione con la Cpi messa in atto dal precedente governo per la consegna dei ricercati, accusati a vario titolo di genocidio e crimini di guerra e contro l’umanità commessi nella regione occidentale del Darfur a partire dal 2003.
“L’ex governo di transizione ha lavorato a stretto contatto con la Cpi. Vediamo il declino di questa cooperazione dopo l’acquisizione del potere da parte dei militari”, afferma la dichiarazione, firmata, tra gli altri, dalle ambasciate di Canada, Regno Unito, Francia, Germania e Stati Uniti.
Proprio questi ultimi, nei giorni scorsi, hanno inviato in Sudan John Godfrey, il loro primo ambasciatore nel paese dopo 25 anni di tensioni diplomatiche.
Vent’anni dopo l’emissione dei primi mandati di cattura, la Cpi ha potuto finora portare all’Aja solo Ali Muhammad Ali Abd-Al-Rahman, conosciuto come Ali Kushayb, il cui processo è iniziato il 5 aprile scorso. L’ex potente capo militare, secondo le carte processuali, agiva per conto di Ahmed Haroun, suo coimputato nel processo.