Sudan: alle RSF armi e combattenti dalla Repubblica Centrafricana
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Rapporto delle Nazioni Unite / Il confine con il Centrafrica centro strategico per reclutamento e rifornimenti
Sudan: alle RSF armi e combattenti dalla Repubblica Centrafricana
17 Giugno 2024
Articolo di Redazione
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Miliziani delle Forze di supporto rapido

Le forze di supporto rapido (RSF), in guerra da 14 mesi contro l’esercito in Sudan, possono contare sul controllo di postazioni strategiche lungo il poroso confine sud-occidentale con la Repubblica Centrafricana per l’approvvigionamento di armi e munizioni, ma anche di combattenti.

A denunciarlo è un rapporto pubblicato il 14 giugno dal gruppo di esperti delle Nazioni Unite incaricati di monitorare le sanzioni imposte al Centrafrica, secondo il quale le RSF utilizzano in particolare il posto di frontiera centrafricano di Um Dafuq e la zona sudanese di Am Dafok, nel Sud Darfur – controllata da ormai un anno dai paramilitari – “come hub logistici chiave”.

Inoltre, “gruppi armati di opposizione della Repubblica Centrafricana hanno reclutato attivamente e inviato propri membri a combattere in Sudan sotto le RSF”, scrivono gli esperti, aggiungendo che i gruppi armati “sono ancora in grado di attraversare a piacimento il Sudan e la Repubblica Centrafricana e utilizzare il territorio sudanese per lanciare attacchi”.

Il riferimento è in particolare al Fronte Popolare per la Rinascita dell’Africa Centrale (FPRC), combattenti centrafricani attivi in Sudan già dall’agosto 2023. Un rapporto dunque di collaborazione opportunistica attiva che potrebbe rafforzare il potere dei singoli gruppi armati, peggiorare la sicurezza regionale e minacciare il governo centrafricano.

Oltre che per la sempre più precaria stabilità della regione, il panel si è detto preoccupato anche per le ripercussioni sulla popolazione civile, vittima del fuoco incrociato e colpita negli attacchi aerei dell’esercito nella zona controllata dalle RSF. Cosa questa che “continua a costituire una minaccia alla sicurezza dei civili e un ostacolo alle attività umanitarie nella zona”.

Il report conclude con un appello alle autorità centrafricane affinché intervengano per “contrastare l’aumento del traffico di armi dai paesi vicini” e “l’infiltrazione di combattenti stranieri nella Repubblica Centrafricana, che rappresenta una minaccia grave e a lungo termine per la regione”.

Sul fronte della fornitura di armi alle RSF intanto è tornato a intervenire l’esercito sudanese, che ha chiesto al Consiglio di sicurezza di estendere l’embargo imposto al Darfur nel 2005 agli Emirati Arabi Uniti e al Ciad, accusati di foraggiare di armamenti le RSF.

L’intera regione occidentale del Sudan è ormai caduta sotto il controllo dei paramilitari, ad eccezione della capitale del Nord Darfur El Fasher, sottoposta da settimane a un assedio che ha causato la fuga di decine di migliaia di persone e aggravato la già drammatica crisi umanitaria.

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