Non solo la devastante crisi umanitaria e sanitaria. La guerra in corso in Sudan sta avendo gravi ripercussioni anche sul grande patrimonio archeologico e culturale del paese.
Nei giorni scorsi l’emittente nazionale sudanese SBC ha denunciato “un’operazione di saccheggio e contrabbando su larga scala” che ha riguardato il Museo Nazionale di Khartoum, situato in un’area controllata dalle Forze di supporto rapido (RSF) che combattono l’esercito dal 15 aprile 2023.
Dal museo, considerato uno dei più importanti e ricchi di tutta l’Africa, sono stati sottratti decine di migliaia di reperti.
Un funzionario ha rivelato al The Guardian che camion carichi di antichi oggetti, che dal museo si dirigevano verso i confini del paese – incluso quello con il Sud Sudan -, sono stati catturati da immagini satellitari lo scorso anno.
A confermarlo sarebbe anche un video circolato sui social media nel giugno 2023, in cui si vedevano presunti combattenti delle RSF nel laboratorio di bioarcheologia, mentre aprivano contenitori di stoccaggio contenenti mummie e altri resti.
Il National Museum di Khartoum custodiva oltre 100mila reperti. Tra questi anche la più grande e completa collezione archeologica nubiana al mondo, tra cui mummie imbalsamate risalenti al 2.500 A.C, tra le più antiche e archeologicamente significative al mondo.
E poi ceramiche, antichi murales, statue e una collezione di manufatti dall’età della pietra fino all’era cristiana e islamica. Un tesoro estremamente prezioso e fragile.
«Questi manufatti sono la nostra identità, l’identità del popolo sudanese. Riesci a immaginare cosa si prova a perdere la propria identità? Si perde l’esistenza in questo mondo”, ha commentato il funzionario del museo protetto da anonimato.
Il quale ha aggiunto che si sta tentando di coinvolgere le istituzioni dei paesi della regione nella speranza di ottenere il sequestro e la restituzione dei reperti.
Secondo la SBC alcuni dei contenuti del museo sono stati messi in vendita online e sui social media.
Le RSF hanno negato d’aver saccheggiato il Museo Nazionale. Sta di fatto che sono stati segnalati saccheggi e danneggiamenti anche in altri importanti siti museali, anche questi in zone sotto il controllo dei paramilitari: il Museo Etnografico e l’Antico palazzo repubblicano a Khartoum, la Khalifa House a Omdurman e il museo Nyala nello stato del Darfur meridionale.
C’è inoltre estrema preoccupazione anche per l’incolumità del complesso archeologico dell’antica città nubiana di Meroe, patrimonio dell’umanità UNESCO, che comprende la città reale del regno di Kush (VIII-IV secolo A.C.), il sito religioso di Naqa e il complesso del tempio Musawwarat es Sufra, minacciati dalle attività militari.