La banca centrale del Sudan (CBoS) ha emesso una circolare indirizzata alle banche e alle autorità collegate, vietando l’esportazione di oro da parte di agenzie governative e straniere, individui e società. Dalla misura sono escluse le società che operano in concessione nel settore minerario che possono esportare il 70% della loro produzione, mentre il restante 30% deve essere venduto alla Banca centrale.
La nuova misura limita anche il ruolo della stessa banca centrale – per anni l’unica istituzione legalmente autorizzata a commerciare in oro – nell’acquisto del prezioso minerale allo scopo di costruire riserve.
Il Sudan è il terzo produttore di oro in Africa, dopo Ghana (sesto a livello mondiale) e Sudafrica (undicesimo). La produzione, tuttavia, è spesso legata all’estrazione artigianale e non regolamentata. Si stima che tra il 50% e l’80% dell’oro venga contrabbandato fuori dal paese, fa sapere il sito di notizie Radio Dabanga. È anche noto che i proventi sono stati utilizzati per finanziare i conflitti interni.
A gennaio, il Sudan ha deciso di consentire ai commercianti privati di esportare oro, nel tentativo di fermare il contrabbando di oro e di attirare valuta estera.
Nel luglio 2020, il paese ha iniziato a esportare oro in modo regolamentato, dopo che nel maggio 2020 è stato istituito un mercato azionario dell’oro per omologarne il prezzo alla tariffa internazionale.
La produzione totale di oro nel 2020 ha raggiunto 36,6 tonnellate, ovvero 9,6 tonnellate in più rispetto al 2019, secondo i dati ufficiali della Società sudanese per le risorse minerarie.
Le entrate derivanti dalla vendita sono state assegnate a vari “partner di reddito”, tra cui il ministero delle finanze, gli stati federali, la Camera Zakat (istituzione musulmana per l’elemosina), l’Autorità per la ricerca geologica e altre istituzioni.
Tra le potenze straniere coinvolte nell’estrazione c’è la Russia. Secondo un’inchiesta pubblicata dal quotidiano britannico Telegraph, negli ultimi anni Mosca ha contrabbandato centinaia di tonnellate di oro illegale dal Sudan, nell’ambito del piano di costruire la “fortezza Russia” e difendersi dalle previste sanzioni legate all’invasione in Ucraina.
Ѐ da notare che l’oro, abbondante nel Darfur Settentrionale, ha già fatto la fortuna del vicepresidente del Consiglio sovrano e comandante delle Forze di intervento rapido (Rsf), generale Mohamed Hamdan Dagalo, conosciuto come Hemeti. Le attività illegali gestite da movimenti armati, insieme all’accaparramento dell’oro, costituiscono un pericolo evidente per la stabilità del Darfur e della regione saheliana circostante.
Intanto, nell’ultima settimana il prezzo del dollaro statunitense è continuato a salire, sia nei cambi ufficiali che al mercato nero, con il valore della sterlina sudanese in caduta libera rispetto alle principali valute internazionali.
Alcuni comitati di insegnanti hanno indetto uno sciopero ad oltranza di tutti i maestri (nelle scuole pubbliche) a partire da ieri, chiedendo aumenti dei salari a fronte dell’incredibile rialzo del costo della vita.