Sudan: le armi non tacciono - Nigrizia
Conflitti e Terrorismo Sudan
A Jedda trattative per un cessate il fuoco umanitario
Sudan: le armi non tacciono
10 Maggio 2023
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 2 minuti
(Reuters)
Khartoum, capitale del Sudan

Mentre le delegazioni dei contendenti continuano i colloqui a Jedda, in Arabia Saudita, per arrivare a un cessate il fuoco umanitario, nella capitale del Sudan proseguono i combattimenti, iniziati il 15 aprile, tra le forze armate e i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rfs).

In questi giorni si stanno verificando ulteriori feroci scontri e attacchi aerei. Testimoni oculari hanno riferito di battaglie corpo a corpo in diversi quartieri di Khartoum, mentre colpi di armi pesanti si odono a nord di Omdurman e ad est di Bahri, le due città separate da Khartoum dal fiume Nilo. Da ieri l’esercito bombarda obiettivi nelle tre città per colpire le Rsf che, dall’inizio del conflitto, hanno preso il controllo di grandi aree residenziali e siti strategici.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, finora oltre 600 persone hanno perso la vita e più di 5mila sono rimaste ferite. Il conflitto ha creato una gravissima crisi umanitaria nella terza nazione più grande dell’Africa, con oltre 800mila persone sfollate o costrette a fuggire negli stati limitrofi.

Gravi disordini sono scoppiati anche nella regione del Darfur. Dove, qualche giorno fa, ha deciso di ritirarsi con le sue truppe Minni Minnawi, leader del Sudan Liberation Movement (Slm-mm), che si è stanziato nel nord Darfur.

Minnawi ha deciso di lasciare Khartoum dopo il fallimento di ogni suo tentativo di mediazione tra i contendenti Andel Fattah al-Burhan e Mohamed Hamdan Dagalo (Hemeti), già firmatari con altri dell’Accordo di Pace del 3 ottobre 2020 a Juba. Le tensioni tra i due generali si erano intensificate in seguito al disaccordo circa le modalità di integrazione nell’esercito regolare delle Rsf.

L’unificazione dell’esercito doveva essere un passo verso la riconsegna del paese a un governo civile, risolvendo la crisi politica che si era aperta con il colpo di stato militare avvenuto nell’ottobre 2021.

 

 

Copyright © Nigrizia - Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it