Nigrizia lo aveva denunciato già lo scorso marzo, all’indomani della visita a Mosca del numero due del regime militare sudanese il generale Mohamed Hamdan Dagalo, noto come “Hemetti, il 23 febbraio, in concomitanza con l’invasione russa dell’Ucraìna.
Oggi un’inchiesta della Cnn lo conferma. Alla base degli stretti legami tra la giunta militare golpista in Sudan e la Russia c’è l’interesse di Mosca ad accaparrarsi le ingenti risorse aurifere del paese africano e bypassare così, almeno in parte, i danni economici provocati dalle sanzioni imposte dall’occidente.
Niente di nuovo in realtà, perché la spasmodica ricerca di oro della Russia in Africa va avanti da anni ed è stata più volte denunciata in passato da organizzazioni internazionali come Force Analysis, The Sentry e da inchieste giornalistiche.
La Cnn parla di “un elaborato schema russo per saccheggiare le ricchezze del Sudan”, in atto già dal 2017. Un quadro nel quale Mosca, grazie agli accordi presi con i militari, ha “sottratto alle casse statali dell’impoverito paese centinaia di milioni di dollari in oro”.
In cambio, la Russia ha prestato un il suo potente sostegno politico e militare – con la presenza del gruppo paramilitare Wagner – alla leadership sudanese impegnata contro un resiliente movimento di protesta popolare represso con violenza.
A sostegno della sua denuncia, l’emittente statunitense racconta di un aereo russo ispezionato a Khartoum a febbraio che nascondeva sotto un carico di biscotti una tonnellata di oro. Diverse fonti ufficiali sudanesi interpellate hanno raccontato che si trattava di uno degli almeno 16 voli russi di contrabbando di oro conosciuti, in partenza dal Sudan nell’ultimo anno e mezzo.
Ma l’inchiesta rivela anche altri mezzi per il contrabbando, via nave attraverso Port Sudan, grande porto sul Mar Rosso dove non a caso Mosca spinge da tempo per realizzare una sua base navale, e via terra attraverso il poroso confine con la Repubblica Centrafricana, dove Wagner ha stabilito solidi legami con la giunta al potere e dove si è reso responsabile di efferati massacri di civili per ottenere il controllo delle miniere aurifere.
In Sudan, denuncia ancora la Cnn, il controllo del contrabbando è affidato alla società Meroe Gold – sussidiaria di M-invest, di proprietà di Yevgeny Prigozhin, oligarca russo alleato chiave di Vladimir Putin e deus ex machina di Wagner – che estrae oro fornendo armi e addestramento all’esercito e ai paramilitari, le Forze di supporto rapido, che fanno capo a Hemetti e controllano parte delle miniere d’oro del paese.