Le autorità civili e militari che guidano la transizione in Sudan hanno annunciato d’aver sventato questa mattina un colpo di stato organizzato da diversi corpi dell’esercito. Il quotidiano online Sudan Tribune, che ne dà notizia, parla di “diversi ufficiali islamisti delle forze armate”, ma al momento non ci sono conferme ufficiali.
L’intelligence militare avrebbe identificato e arrestato una quarantina di elementi golpisti. Il quartier generale dei corpi corazzati di Al Shajara, nel settore meridionale della capitale, è stato circondato dall’esercito perché alcuni di loro si sarebbero trincerati all’interno del campo. Alcuni rapporti parlano di trattative in corso per convincerli ad arrendersi.
Il leader golpista sarebbe il comandante del corpo corazzato con sede al campo , il maggiore generale Abdel Basset Bakraoui che secondo il quotidiano Sudan Tribune avrebbe pianificato l’operazione con islamisti sudanesi residenti in Egitto.
Il colpo di stato mirava a controllare il comando generale dell’esercito sudanese, gli edifici della radio, della televisione e i ponti che collegano la capitale Khartoum.
Nelle prime ore di questa mattina, il portavoce del Consiglio Sovrano, Mohamed al-Faki, ha lanciato un breve appello sui social media ai sudanesi affinché scendano in strada per “proteggere la transizione democratica”. Successivamente, in un secondo post, ha rassicurato dicendo che la situazione era sotto controllo.
Il Sudan sta cercando faticosamente di trovare un nuovo assetto dopo la deposizione, nell’aprile 2019 del trentennale regime islamista di Omar El-Bashir dopo quattro mesi di rivolte popolari. In questo contesto gli apparati militari sono da mesi sotto pressione per la volontà del governo di transizione di riformare l’esercito che non è stato ancora epurato dai tanti militari rimasti fedeli all’ex regime. Le tensioni hanno riguardato anche le famigerate Forze di supporto rapido, restie ad essere integrate nell’esercito regolare.
Dalla capitale il racconto di una fonte di Nigrizia protetta da anonimato.