La Tanzania ricorda i 100 anni dalla nascita di Julius Nyerere - Nigrizia
Politica e Società Tanzania
Le celebrazioni si protrarranno fino al 2032
La Tanzania ricorda i 100 anni dalla nascita di Julius Nyerere
Lanciato un programma decennale in ricordo della figura del padre della patria e filosofo panafricanista nato il 13 aprile 1922, le cui idee di libertà, unità e sviluppo sono state alla base dell’indipendenza, nel dicembre 1961, dell’allora Tanganica. Idee che ancora oggi vivono nell’ideologia politica di chi governa il paese
26 Aprile 2022
Articolo di Redazione
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Julius Kambarage Nyerere (13 aprile 1922 – 14 ottobre 1999), mwalimu (maestro in lingua swahili), per tutti i tanzaniani riconosciuto padre della patria, avrebbe compiuto 100 anni lo scorso 13 aprile. «Invito tutti i tanzaniani a raccogliersi in grande numero per la commemorazione organizzata dalla ministra per le risorse naturali e il turismo Pindi Chana» ha annunciato la presidente Samia Suluhu Hassan, lanciando un programma decennale per far tesoro del retaggio di Nyerere, chiamato Mwalimu Nyerere@100.

La presidente ha descritto la visione e la filosofia di Nyerere come elementi catalizzatori nella creazione dell’odierna Tanzania. «Nyerere, primo presidente del Tanganika e poi della Tanzania, è stato un africano autentico che si è dedicato a costruire la pace, l’unità e l’armonia nel paese» ha aggiunto Samia durante il simposio organizzato per celebrare il centenario del fondatore della nazione presso la Mwalimu Nyerere Leadership School in Kibaha District, Coast region.

La filosofia fondata sull’idea di ujaama (solidarietà) è tuttora seguita per consolidare lo sviluppo sostenibile del paese, secondo la presidente, che ha ribadito come i successori di Julius Nyerere – Ali Hassan Mwinyi, Benjamin Mkapa, Jakaya Kikwete, John Magufuli e lei stessa – hanno cercato di tener viva la visione di mwalimu nei governi da essi presieduti.

I vari successori, nelle parole di Samia, hanno mantenuto al centro della loro azione politica i tre nemici che secondo Nyerere dovevano essere sconfitti: la malattia, l’ignoranza e la povertà. La costruzione di scuole di ogni grado, l’apertura di centri sanitari e di cliniche in tutto il paese, il sostegno all’agricoltura e la promozione di attività economiche e altre infrastrutture, sono state centrali nella politica governativa dei governi succeduti a Nyerere.

Che fu anche – secondo la presidente – un riconosciuto panafricanista, che invitava l’intero continente allo spirito patriottico e alla promozione di unità e armonia per favorire lo sviluppo globale dell’Africa.

Dopo aver abbandonato il proprio ruolo di insegnante per unirsi alla lotta per l’indipendenza del Tanganika (9 dicembre 1961), raggiunto l’obiettivo, come primo ministro Nyerere si dedicò totalmente alla costruzione di un paese in cui giustizia e uguaglianza venissero poste alla base della nuova società. «Il retaggio che mwalimu ci ha lasciato – afferma Samia – è stato l’impegno per una società egualitaria, al di là del gruppo etnico, della lingua, del colore della pelle o del credo religioso».

Per far questo, Nyerere tra l’altro ufficializzò l’uso della lingua swahili che è oggi divenuta anche lingua ufficiale nell’ambito dell’Unione africana, della Comunità dell’Africa orientale (Eac) e della Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale (Sadc). Tra l’altro l’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione scolastica, la scienza e la cultura) ha pianificato che il prossimo 7 luglio si terrà una speciale celebrazione della lingua swahili per il continente.

Frutto anche questo dell’impegno a suo tempo offerto da Nyerere. Il quale insegnò inoltre – a dispetto dell’atteggiamento di molti politici che pretendono di non sbagliare mai e si ergono a egemoni della verità – che occorre il coraggio di riconoscere che si commettono degli errori, ed è importante saperli correggere. Le idee di libertà (uhuru), unità (umoja) e sviluppo (maendeleo), che erano state poste alla base dell’indipendenza del Tanganica prima, e della creazione della Tanzania poi, aleggiano ancora oggi nella nazione plasmata con saggezza da Julius Kambarage Nyerere. Una saggezza per la quale nell’agosto 2017 decine di parlamentari cattolici africani ne avevano chiesto a papa Francesco la beatificazione.

 

 

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