Chadema, il principale partito di opposizione in Tanzania, ha indetto oggi una marcia di protesta pacifica a Dar es Salaam, alla quale hanno partecipato migliaia di persone, per denunciare le proposte di legge elettorale, l’alto costo della vita e i ritardi nelle riforme costituzionali, in vista delle elezioni locali di quest’anno e di quelle generali previste alla fine del 2025.
I sostenitori del movimento politico sono scesi in piazza a un anno esatto dall’ultima grande protesta, il 21 gennaio 2023, permessa grazie alla rimozione del divieto di manifestare imposto nel 2016 dall’allora presidente John Magufuli, parte di una serie di aperture sul piano dei diritti civili – denominata Iniziativa delle 4R: riconciliazione, resilienza, riforme e ricostruzione -, volute dall’attuale presidente Samia Suluhu Hassan, succeduta a Magufuli nel marzo 2021.
Il primo esito di tale iniziativa fu il rientro in patria del veterano oppositore ed ex candidato alla presidenza Tundu Lussu dopo anni di esilio in Belgio.
Kariakoo imesimama, maandamano ya amani yakipita barabara ya Msimbazi.#VuguvuguLaKudaiHaki pic.twitter.com/tySe2dLAUE
— CHADEMA Tanzania (@ChademaTz) January 24, 2024
La battaglia del Chadema si concentra contro tre progetti di legge sul sistema elettorale, presentati al parlamento lo scorso 10 novembre e che saranno discussi a febbraio, dei quali chiede il ritiro sostenendo che ignorano in larga misura le opinioni espresse attraverso i colloqui di riconciliazione lanciati da Suluhu Hassan immediatamente dopo aver assunto la presidenza, su come migliorare il pluralismo politico.
Il partito guidato da Freeman Mbowe propone inoltre riforme minime alla Costituzione del 1977 per garantire elezioni libere ed eque, anche sulla base delle proposte emerse dal dialogo nazionale.
Per questo chiede l’apertura di un tavolo di concertazione con tutte le parti interessate, tra cui partiti e movimenti politici, società civile e leader religiosi.
Chadema fa anche notare che i disegni di legge – sulla Commissione elettorale nazionale (NEC), sulle elezioni presidenziali, parlamentari e dei governi locali, e sui partiti politici (emendamento) – non tengono conto delle ordinanze del tribunale dell’Africa orientale (East African Court), che ha imposto la revisione di alcuni articoli che violano la Convenzione dell’Africa Orientale.
Riguardo all’alto costo della vita, l’opposizione chiede al governo di agire contro la corruzione e presentare un piano strategico che contempli la riduzione di tasse e imposte sui beni essenziali e sui servizi ai cittadini.