La Tunisia di Kais Saied assomiglia sempre più a una autocrazia, con il presidente – al potere dal luglio 2021 – che punta ad assumersi tutti i poteri. E guai a chi obietta.
Lo ha scandito ieri a Tunisi una manifestazione indetta dal Sindacato nazionale dei giornalisti tunisini (Snjt). «Le autorità vogliono mettere in ginocchio i media privati e pubblici. E l’arresto nei giorni scorsi di Noureddine Boutar, direttore della radio Mosaique FM è un atto di intimidazione verso l’intero settore», ha denunciato Nahdi Jlassi, presidente del Snjt.
“Vergogna al presidente che vuole restringere la libertà dei giornalisti” e “Vogliamo una stampa indipendente e libera” sono due degli slogan lanciati non lontano dalla sede del governo, presidiata dalle forze dell’ordine. Alcuni giornalisti hanno invece manifestato in silenzio con dello scotch rosso sulla bocca.
Alla manifestazione hanno aderito anche rappresentati della società civile e militanti della Lega tunisina dei diritti dell’uomo. Mentre mercoledì scorso il Fronte di salvezza nazionale, coalizione di partiti dell’opposizione, ha denunciato la politica repressiva di Saied.
Il quale ha respinto ogni addebito e definito «menzogne» le affermazioni dei giornalisti. E riferendosi alla critiche che gli sono state mosse dalla comunità internazionale ha tagliato corto: «La Tunisia è uno stato indipendente e sovrano, non una colonia»