Era il leader, da sinistra, dell’opposizione in Tunisia. Chokri Belaid, fondatore del movimento dei Patrioti democratici, era il più critico avversario dell’allora partito al governo Ennahda. Fu ucciso da tre proiettili fuori dalla sua casa il 6 febbraio del 2013. Aveva 48 anni.
Moratoria sulle condanne a morte
Ieri, in base a quanto riferito dal sostituto procuratore della divisione giudiziaria antiterrorismo ai cronisti, è arrivata la sentenza contro gli autori dell’assassinio e dei loro fiancheggiatori. Erano sotto processo ventitré esponenti legati allo Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Daesh). Quattro di loro sono stati condannati a morte, altri due all’ergastolo, cinque assolti e ai restanti sono state comminate pene da due a 120 anni.
La Tunisia emette ancora condanne a morte, spesso in casi di terrorismo, nonostante una moratoria di fatto entrata in vigore nel 1991. Da allora nel paese nessuna persona è stata giustiziata. Ma l’attuale presidente Kais Saied non ha mai nascosto di esserne favorevole.
Assassinio anche di Brahmi
I terroristi fedeli a Daesh rivendicarono l’assassinio di Belaid così come quello, sei dopo, di Mohamed Brahmi, altra figura dell’opposizione di sinistra.
Le autorità hanno affermato, nel 2014, che Kamel Gadhgadhi, il principale autore dell’omicidio di Belaid, era stato ucciso in un’operazione antiterrorismo.
Belaid e Brahmi erano entrambi strenui critici di Ennahda, il partito che ha dominato la politica tunisina con la maggioranza parlamentare per un decennio dopo la rivolta tunisina del 2011.
L’influenza politica del partito è stata interrotta nel luglio 2021, quando è subentrato il presidente Kais Saied. Che nel febbraio del 2022 aveva colto l’occasione delle lentezze della giustizia tunisina sul caso Belaid per sciogliere il Consiglio superiore della magistratura, organo indipendente preposto alla nomina dei giudici, accusandolo di essere parziale e al servizio di determinati interessi.
Saied e il suo governo che in questi anni si sono resi attori attivi di molti arresti di oppositori politici.
La scomparsa di Christian Kwongang
Da ultimo desta preoccupazione la scomparsa dal 19 marzo di Christian Kwongang, studente camerunense di un’università privata a Tunisi, ex presidente dell’Associazione degli studenti e tirocinanti africani. La denuncia arriva dalla stessa Associazione, che teme l’ennesimo arresto arbitrario del regime.
Kwongang si sta battendo contro gli arresti e l’indiscriminata violenza anti-migranti subsahariani scoppiata nel paese soprattutto nel 2023 e in questi primi mesi del 2024.
I parenti dello studente hanno raccontato che si era recato in una stazione di polizia nel centro della capitale. Voleva recuperare il permesso di soggiorno. Da allora non ha più dato alcun segno di vita.