È in pieno svolgimento in Tunisia la 33ª edizione del Festival del cinema di Cartagine. La manifestazione, che si è aperta il 29 ottobre e si chiuderà il 5 di novembre, propone 170 film provenienti da una quarantina di paesi africani e arabi.
Invitato d’onore l’Arabia Saudita che propone quattro opere. Ampio spazio anche la cinema palestinese attraverso la proposta di una decina di film prodotti a partire dal 1969 e incentrati sulle lotte che hanno portato alla costituzione dello stato di Palestina.
Tra i film africani in competizione, troviamo Sous les figues della tunisina Erige Sehiri, che è entrata nella Quinzaine des réalisateurs a Cannes, e il lungometraggio Sharaf (Onore) del regista egiziano Samir Nasr, tratto dal romanzo di Sonallah Ibrahim, che dall’angusta visuale di una prigione fornisce un ritratto cupo della società egiziana.
Tra i film dell’Africa subsahariana, va segnalata la commedia musicale Le Panthéon de la joie del regista beninese Jean Odoutan.
Le Giornate cinematografiche di Cartagine hanno in programma anche laboratori sulla preservazione del patrimonio cinematografico africano e sulle difficoltà della distribuzione delle produzioni africane e arabe.
I premi maggiori – Tanit d’oro, d’argento e di bronzo – saranno decisi da due giurie: quella per i lungo e cortometraggi, presiduta dal regista marocchino Mohammed Abderrahman Tazi, e quella per i documentari, presieduta dalla produttrice malgascia Marie-Clémence Andiamonta Paes.