Dopo 780 giorni di contestata chiusura, ha riaperto i battenti il Museo nazionale del Bardo. Casa della seconda collezione più ricca dell’Africa, l’edificio è situato nel cuore di Tunisi.
Proprio la sua collocazione sarebbe all’origine della protratta sospensione delle sue attività secondo quanto ricostruito da diversi cronisti e attivisti concordanti: il museo, infatti, è adiacente all’edifico che ospita l’Assemblea nazionale. Quando il 25 luglio 2021 il presidente della repubblica Kais Saied ha congelato le funzioni del parlamento e sciolto il governo, l’enorme spazio espositivo è stato chiuso così come l’accesso alla strada in cui si situa.
Emblema della deriva autoritaria
Da quel giorno l’edificio non ha più riaperto, diventando per certi versi un emblema della fase di riforma dell’ordinamento in senso presidenziale inaugurata da Saied, definita un golpe e il primo passo di una deriva autoritaria dalle opposizioni e dalla società civile.
Gli ultimi 26 mesi, inoltre, sono stati segnati dall’arresto di decine fra leader politici, attivisti, giornalisti e sindacalisti. Fra questi anche Rached Ghannouchi, leader di Ennahda, principale formazione di opposizione del paese. Lo scorso maggio il dirigente è stato condannato a un anno di carcere da un tribunale antiterrorismo.
Chiuso per lavori?
Ufficialmente le attività del museo del Bardo erano chiuse per dei lavori di restauro e per permettere la creazione di nuove sale espositive, così come segnalano i media di Tunisi.
La riapertura è stata annunciata dalla ministra degli affari culturali, Hayet Ktat Guermezi, anche alla presenza di numerosi diplomatici stranieri. Già decine i visitatori accorsi il primo giorno. Ascoltata dalla stampa, la direttrice della struttura, Fatma Naït Yghil, ha affermato che «molti spazi sono stati ampliati permettendo la ricollocazione delle sue collezioni e l’esposizione di altri pezzi». La dirigente si è detta «orgogliosa del lavoro fatto».
Il Bardo – pure teatro, nel marzo 2015, di un attentato rivendicato dal gruppo Stato islamico in cui persero la vita 22 persone – è stato inaugurato nel 1888. I circa 9mila metri quadrati di spazio espositivo ospitano oltre 30 sale: si va da reperti risalenti alla preistoria fino all’arte islamica medievale, passando per una collezione di mosaici romani ritenuta fra le più preziose al mondo. In Africa solo il museo egizio del Cairo può vantare un maggior numero di collezioni.
Appelli per la riapertura
Nei due anni di chiusura ci sono state diverse proteste e appelli alla riapertura. Già nel novembre 2021 l’ex curatore generale del museo ed ex dirigente dell’Istituto del patrimonio nazionale (Inp) Habib Ben Younes avvertiva dei rischi che correvano le opere custodite nel museo senza la corretta manutenzione, resa impossibile dalla sospensione delle attività a cui era sottoposta la struttura.
Sulla piattaforma social X c’era addirittura una pagina che monitorava il susseguirsi delle giornate di chiusura: FreeBardoMuseum.