Saied alla fine ha mantenuto la parola: la Tunisia ha restituito gli aiuti da 60 milioni di euro arrivati dall’Unione Europea. Con la motivazione che il suo paese non accetta la carità da nessuno.
Il presidente stesso, a commento della notizia, ha dichiarato che la decisione è stata assunta perché «questo metodo viola la nostra dignità e ci mette di fronte a un fatto compiuto sul quale non siamo stati nemmeno consultati».
Il popolo tunisino, ha aggiunto, «rifiuta i favori previsti a qualsiasi titolo e accetta di trattare solo nello spirito di partenariato strategico basato sull’uguaglianza e sul rispetto».
“Il paese supera le difficoltà da solo”
Saied ha ribadito che la Tunisia è capace di superare tutte le difficoltà con i propri mezzi, «attraverso la determinazione del suo popolo ad essere indipendente nelle scelte nazionali e coinvolgendo tutti nella guerra di liberazione che stiamo conducendo e che faremo accettare solo per emergere vittoriosi con la nostra sovranità e dignità nazionale intatte».
Arrivati il 3 ottobre
Il ministro degli esteri, Nabil Ammar, in un’intervista pubblicata ieri sul quotidiano arabofono Al Chorouk, aveva affermato che la Tunisia ha restituito i fondi il 9 ottobre scorso. Fondi arrivati alla Banca centrale tunisina il 3 ottobre.
Il ministro ha pure messo in guardia Bruxelles dal divulgare sui social network documenti sensibili e coperti da segreto relativi all’assegnazione dei fondi pubblicati.
Il riferimento è ai documenti relativi al partenariato tra la Tunisia e l’UE recentemente resi noti dal commissario europeo per il vicinato e l’allargamento, Oliver Varhelyi, su X (ex Twitter).
Ammar ha aggiunto: «Se questo accadrà di nuovo, riveleremo altre realtà che non sono nel loro interesse (…). La Tunisia non supplica nessuno. E il mondo non si può suddividere tra amici o non partner».
Le promesse di Bruxelles
A luglio scorso, l’Unione Europea aveva firmato un accordo con la Tunisia, sostenuto dal primo ministro italiano di destra Giorgia Meloni, che prevedeva uno scambio: Saied blocca i passaggi e accelera i rimpatri di chi arriva “illegalmente” in Europa dalla Tunisia. Mentre Bruxelles doveva versare 1 miliardo di euro di aiuti per venire incontro all’economia in crisi della Tunisia.
Alla fine quel miliardo si è ridotto a 127 milioni, per i veti posti da alcuni paesi europei. I fondi sono stati divisi in due parti: 60 milioni di euro per sostenere l’economia tunisina in difficoltà e quasi 67 milioni di euro per rafforzare la gestione delle frontiere e impedire la partenza di navi di migranti.
La crisi economica nel paese nordafricano è pesante. Da due mesi il paese si trova ad affrontare una pesante carenza di pane. La Tunisia è tra i maggiori consumatori di pane al mondo: ne consumano 74 chili pro-capite all’anno. Carenza dovuta principalmente alla guerra in Ucraìna, che ha determinato un calo delle importazioni di grano.