Tornano nell’agenda del presidente tunisino Saied gli sgomberi forzati delle persone migranti subsahariane presenti nel paese. Nello scorso weekend è stato portato a termine lo sgombero di chi occupava la palazzina del Complesso della gioventù a Marsa, cittadina a pochi chilometri dalla capitale tunisina. Palazzina che vedeva abitare gente migrante dal 2017.
Un’operazione rivendicata dal ministero dell’Interno e avvenuta, affermano le istituzioni, «in pieno coordinamento con la procura della Repubblica tunisina e la Mezzaluna Rossa», nel quadro «del ripristino di strutture e istituzioni in Tunisia».
La motivazione data dalle forze militari è la sicurezza, l’ordine pubblico e la pace sociale. Ma l’operazione di Marsa non è l’unica. La settimana scorsa, le brigate antiterrorismo (BAT), soprannominate “tigri nere”, supportate anche dalle unità di sicurezza, hanno sgomberato un complesso abitativo a Sfax, in un quartiere popolare della città. Anche qui i residenti erano persone migranti, una quarantina di subsahariani.
Persone che vedendosi costrette a lasciare l’edificio, hanno minacciato di buttarsi giù dal tetto della struttura se le forze dell’ordine non si fossero allontanate. Da qui l’arrivo di vigili del fuoco e ambulanze sul posto e una lunga trattativa per la messa in sicurezza.
In questo caso, l’intervento è stato giustificato come risposta alla richiesta di chi, a Sfax ma anche ad Alamera, protestava per la presenza di migranti che occupano gli edifici nell’attesa di poter imbarcarsi per l’Europa.
E sempre a Sfax, in diverse zone della città, ci sono stati allontanamenti di decine di migranti, così come a Tunisi, presso i giardini pubblici di Berges du Lac. A darne notizia, in questo ultimo caso, un filmato pubblicato dai media libici. Filmato che mostra anche la “consegna” di alcune persone subsahariane da parte della polizia tunisina a quella libica nelle aree desertiche al confine con la Tunisia.
E, a proposito di migrazioni verso l’Europa, la guardia nazionale tunisina ha comunicato di aver portato a termine diverse operazioni tese a smantellare la rete di trafficanti di esseri umani e di cantieri dove vengono costruite le imbarcazioni destinate alla traversata del Mediterraneo.
Attraversamenti del mare che riprendono, proprio dalla Tunisia, nonostante la stretta di accordi con Italia ed Europa in cambio di danaro. In 24 ore quasi 500 persone sono approdate a Lampedusa, per lo più provenienti dal paese nordafricano di Saied.