Così scrive papa Francesco nel suo Messaggio per la Giornata missionaria mondiale (GMM) 2024. «Quest’anno ho tratto il tema della GMM dalla parabola evangelica del banchetto nuziale (cfr. Mt 22,1-14). Dopo che gli invitati hanno rifiutato l’invito, il re, protagonista del racconto, dice ai suoi servi: “Andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze” (v. 9).
Riflettendo su questa parola-chiave, guardando alla vita di Gesù, possiamo mettere in luce alcuni aspetti importanti dell’evangelizzazione. Essi si rivelano particolarmente attuali per tutti noi, discepoli-missionari di Cristo, in questa fase finale del percorso sinodale che, in conformità col motto “Comunione, partecipazione, missione”, dovrà rilanciare la Chiesa verso il suo impegno prioritario, cioè l’annuncio del Vangelo nel mondo contemporaneo».
La GMM di quest’anno vedrà, fra l’altro, la canonizzazione del beato Giuseppe Allamano, fondatore dei Missionari e delle Missionarie della Consolata, di due suore, di sette frati minori e tre fratelli siriani, trucidati a Damasco nel 1860: una celebrazione di universalità che ricorda come tutta la Chiesa è missionaria.
Per Allamano, sacerdote diocesano originario di Castelnuovo d’Asti, la missione non impoveriva la Chiesa, era invece parte fondante della stessa, e doveva coinvolgere ogni cristiano proprio perché battezzato. C’è poi voluto il Concilio Vaticano II con il documento Ad gentes per ratificare questa verità.
Papa Bergoglio, nel Messaggio per la GMM scrive che anche questa giornata si inserisce nel percorso del sinodo sulla sinodalità. Il “rilancio” della Chiesa – della sua sorgiva e fondante vocazione a portare il vangelo – passa proprio attraverso il suo profilo missionario. Francesco si chiede e ci chiede: come essere Chiesa sinodale in missione? Come rinnovare l’impegno missionario di tutti? Questo “tutti” si rivela elemento centrale.
Il «cambiamento d’epoca» che stiamo vivendo, con profonde sollecitazioni antropologiche e nuove sfide per il senso religioso, richiede infatti il coinvolgimento e la risposta – matura, generosa, gioiosa e appunto missionaria – di ogni cristiano, uomo o donna, per trovare modalità nuove e creative di annuncio evangelico all’umanità del terzo millennio.
La “missione”, infatti, si è fatta davvero universale: da un’evangelizzazione unidirezionale (nord-sud del mondo), ad uno scambio tra Chiese sorelle; dalla definizione di “territori di missione” a una evangelizzazione di dimensione universale; da proselitismo, assistenzialismo e “conquista d’anime”, a un annuncio e una testimonianza di vita che rispetta la libertà delle persone; dal protagonismo dei “missionari delle chiese di antica tradizione” a quello delle giovani chiese; dal declino di vocazioni missionarie in Occidente alla crescita di quelle del sud del mondo.
A un annuncio evangelico di natura soprattutto spirituale e devozionale si aggiunge un’attenzione maggiore ai segni dei tempi: impegno sociale, liberazione da situazioni di povertà e oppressione, denuncia dei conflitti causati da interessi economici, politici e sociali, impegno per pace, giustizia, preservazione e difesa dell’ambiente ecc.
Nella convinzione, come ancora esorta papa Francesco, che l’annuncio di Gesù Cristo è un dovere di ogni battezzato, e che «occorre perciò continuare il cammino verso una Chiesa tutta sinodale-missionaria a servizio del vangelo». Perché la missione è “l’ossigeno della vita cristiana”, una dimensione vitale, in quanto la Chiesa è nata apostolica e missionaria, plasmata dallo Spirito Santo come comunità in uscita”. Un invito, quello del papa, che ridà senso e coraggio e concreta prospettiva per la missione oggi.
Cambiamento d’epoca
Un tempo caratterizzato da profonde sollecitazioni antropologiche e nuove sfide per il senso religioso, che richiede il coinvolgimento e la risposta gioiosa e “missionaria” di ogni cristiano, uomo o donna, per trovare modalità nuove e creative di annuncio evangelico all’umanità del terzo millennio.