Secondo agli ultimi dati di Transfermarkt, un sito specializzato sulle quotazioni di mercato dei calciatori professionisti, tutte le rose delle squadre della Champions africana hanno un valore complessivo stimato in 174,45 milioni di euro. Per fare un paragone: un top team europeo, come la Juventus, da sola vale circa 700 milioni di euro.
Nonostante l’abisso tecnico testimoniato da questi numeri, e generato da una scarsa tradizione dei settori giovanili, a cui si aggiunge l’esodo precoce dei migliori giocatori, in Caf Champions League il talento non manca, tra giovani in rampa di lancio e personaggi più navigati alla ricerca della prima occasione in un campionato europeo d’élite.
Yakhouba Barry (Horoya)
L’Horoya è uno dei serbatoi di talento più floridi d’Africa. A Conakry, la capitale della Guinea, sanno come si lavora per valorizzare i giovani, preparandoli alla grande ribalta del calcio internazionale. Gli ultimi due interessantissimi talenti sfornati dal vivaio biancorosso sono Morlaye Sylla e Yakhouba Barry, entrambi inseriti dalla Caf nella lista dei migliori giocatori dell’ultima Chan.
Se Sylla ha incantato tutti con la sua visione di gioco, invece, il maliano Barry ha fatto parlare i gol, ben 3, con cui ha condotto le Aquile di Bamako sino all’ultimo atto con il Marocco. A guidarli c’è Ocansey Mandela, esterno imprevedibile e dal dribbling fulminante che adesso è diventato un vero e proprio senatore della formazione guineana. Difficile avere una chioccia migliore accanto a cui crescere.
Denis Onyango (Mamelodi Sundowns)
Statuario dall’alto del suo metro e novanta, dotato di ottimi riflessi e impeccabile nel posizionamento, Denis Onyango è senza dubbio il miglior portiere africano a militare in Africa. Criticato agli esordi dai tifosi del Villa SC, che pensavano fosse più adatto al basket o alla pallavolo, il portiere ugandese si è lasciato scivolare tutto addosso, lievitando esponenzialmente sotto l’ala protettrice di Micho Sredojević.
Se oggi Onyango è considerato uno dei migliori portieri africani, infatti, il merito è in gran parte dell’allenatore serbo. «Io e il suo agente Ivica Stankovic abbiamo aiutato Onyango a crescere e ad acquisire consapevolezza nei propri mezzi. Il talento già c’era e quello è un dono di madre natura. A mio avviso Onyango è il più forte portiere africano degli ultimi anni», ha dichiarato Micho qualche anno fa, elogiando pubblicamente il suo pupillo.
Dal 2011 (tranne una breve parentesi) a godersi le sue prodezze sono i sudafricani del Mamelodi Sundowns, di cui Denis è una vera e propria icona, a maggior ragione dopo l’addio del guru Pitso Mosimane, passato sulla panchina dei campioni uscenti dell’Al-Ahly.
Achraf Dari (Wydad Casablanca)
Insuperabile nel gioco aereo e solido a contrasto, Achraf Dari ha appena vent’anni, ma possiede già un carisma da veterano. Pilastro di tutte le selezioni giovanili marocchine, lo scorso autunno l’ex ct dei Leoni dell’Atlante, Hervé Renard, ha convocato il giovane difensore del Wydad Casablanca per la doppia sfida con le Comore, anche se poi lo ha escluso dalla spedizione in Coppa d’Africa.
Adesso è impegnato con la selezione giovanile alla Coppa d’Africa U-20, dove si sta confermando come uno dei migliori prospetti difensivi del calcio nordafricano. Diverse squadre europee lo hanno già messo nel mirino come obiettivo della prossima sessione di calciomercato. Per il Wydad Casablanca sarà difficile convincerlo a restare almeno per un’altra stagione.
Mohamed Musa Eldai (Al-Hilal)
Attaccante leggero, dalla corporatura filiforme, Musa Eldai si fa rispettare anche in area di rigore, come dimostra la doppietta all’esordio in Caf Champions League con il Platinum. L’attaccante dell’Al-Hilal rappresenta il futuro della nazionale sudanese così come Walaa Eldin Musa, altra pepita dell’Onda Blu, che ha debuttato e segnato il suo primo gol con la nazionale nel dicembre del 2015, solo pochi giorni dopo aver compiuto 15 anni! Quando si dice un predestinato.
Achraf Bencharki (Zamalek)
Se qualche mese fa lo Zamalek è arrivato in finale, perdendo il “match del secolo” con i nemici giurati dell’Al-Ahly, lo deve quasi totalmente ad Achraf Bencharki. La sgusciante ala marocchina, arrivata al Cairo nel 2019 dopo una breve parentesi con i francesi del Lens, è stata l’arma in più dei Cavalieri Bianchi nella passata edizione del torneo più prestigioso d’Africa, mantenendo un ritmo di marcia impressionante: il marocchino è entrato in ben 7 degli 8 gol realizzati dalla squadra egiziana nel torneo (4 reti e 3 assist). Un solo rimpianto: non essere riuscito a lasciare il segno nella finalissima.