Twitter: cresce l'influenza dei leader africani - Nigrizia
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Secondo i dati del sito Twiplomacy, 9 dei primi 50 leader più influenti al mondo su Twitter sono africani.
Twitter: cresce l’influenza dei leader africani
Il primo è William Ruto, che nonostante sia in carica da pochi mesi si trova già al 13° posto.
16 Dicembre 2022
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 3 minuti
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Il 2022 è stato un anno turbolento per Twitter. L’acquisto da parte di Elon Musk e i conseguenti licenziamenti di massa, verificatisi anche nel continente africano, sembravano destinati a far vacillare il suo raggio di influenza. Lo stesso Musk aveva ammesso un “enorme calo” delle entrate. Cosa che tuttavia non lo ha scoraggiato.

Questo perché possedere Twitter significa a tutti gli effetti possedere il controllo di una fetta importante del dibattito politico mondiale – si pensi alla querelle sull’espulsione di Trump dalla piattaforma da parte dello scorso proprietario, espulsione che Musk ha promesso di revocare, come ha fatto. 

Sarà anche il social media più costoso, ma Twitter si riconferma anche come il più influente nell’ambito della “diplomazia digitale”, nonostante questo legame venga definito attualmente in evoluzione e forse incerto, a causa dei cambiamenti a cui sta andando incontro. 

A ribadirlo è il sito Twiplomacy, che analizza proprio questo fenomeno dal 2012. Il fine è di seguire l’ascesa dei leader più potenti del mondo, analizzando come la loro notorietà su Twitter abbia poi delle effettive ripercussioni negli equilibri di forza globali.  

E a proposito di questo, può sorprendere che ciò che emerge dall’ultimo report è la progressiva ascesa dell’influenza dei leader africani, il cui primo esponente di questa classifica è William Ruto, che risale dal 20° posto dello scorso anno al 13°.  

Al primo posto, come nel 2021, non troviamo né Biden (che tuttavia si piazza secondo) né Putin, né nessuno dei leader occidentali, bensì Narendra Modi, primo ministro indiano. Terza la Turchia con Erdoğan. A seguire, tre paesi dell’America Latina, Colombia, Brasile e Venezuela.  

Nella classifica dei primi 50 leader più influenti al mondo su Twitter (dalla quale l’Italia è assente), quelli africani presenti sono nove: nell’ordine, troviamo il Kenya (13°), il Sudafrica (18°), l’Uganda (29°, ma diminuito di otto posizioni), l’Etiopia (35°), il Ghana (36°), lo Zambia (39°), il Senegal (41°), l’Egitto (42°) e il Botswana (44°). 

Questi dati, come sottolineato anche dal report, fanno riflettere su due elementi principali.  

Il primo è che non c’è un collegamento diretto tra il grado di apprezzamento di un esponente politico all’interno di un paese e la sua influenza sui social media – con conseguenze che poi vanno bene al di là del semplice tweet.  

A rafforzare la potenza mediatica della voce di un politico contribuiscono molto di più le interazioni, tanto amate dall’algoritmo. Questo porta per esempio in vantaggio, su questo fronte, non solo i leader che intervengono più spesso ma anche quelli che lo fanno in modo più diretto e, in alcuni casi, più personale, suscitando maggiore empatia nei followers.  

Un secondo fattore di rilievo è che la presenza africana si attesta con una certa prominenza (i numeri sono al pari di quelli dei paesi dell’Unione Europea), nonostante dati recenti attestino che la connessione internet nel continente sia ancora in grande difficoltà, con circa il 67% della popolazione ancora offline.  Nel momento storico in cui la politica passa – anche – attraverso internet (e Twitter in particolare), il divario digitale aumenta il senso di esclusione di una buona fetta della popolazione. A riprova che l’importanza della voce dei leader africani non cresce parallelamente al loro consenso, ma grazie all’insorgere di altri fattori, come le dimensioni della popolazione e i rapporti con le altre potenze. (AB)

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