Decine di persone sono state arrestate dalle forze di sicurezza oggi nella capitale dell’Uganda, Kampala, nell’ambito di una campagna di repressione delle proteste, indette sulla scia delle ben più partecipate manifestazioni della Generazione Z in Kenya, contro la corruzione dilagante tra i membri del parlamento: #March2Parliament.
Proteste del tutto pacifiche che erano state vietate dalla polizia per il “timore di atti vandalici e saccheggi”. I giovani manifestanti avevano intenzione di marciare fino alla sede del parlamento ugandese, ma si sono trovati bloccati da un imponente schieramento di forze di sicurezza, in tenuta antisommossa e in borghese, che hanno bloccato tutte le vie di accesso.
Why arrest and hurt peaceful protesters?
We’re already hurt and angry, and we’ve been through so much. We just want our voices to be heard! pic.twitter.com/cKypMwromM— Linda Evelyn Namulindwa (@LindaEvelyn_N) July 23, 2024
La repressione era iniziata ieri pomeriggio con un’azione dai decisi connotati intimidatori, con militari e polizia che avevano circondato il quartier generale del più grande partito di opposizione, National Unity Platform (NUP), impedendo a chiunque di entrare o uscire, in quella che un portavoce della polizia ha definito una mossa precauzionale in vista delle proteste previste per oggi.
Proteste vietate anche dallo stesso presidente Yoweri Museveni, al potere dal 1986, che aveva ammonito i manifestanti a non “giocare con il fuoco”, accusandoli di “lavorare con gli stranieri” per provocare il caos in Uganda.
Già ieri diversi leader del NUP sono stati “arrestati violentemente”, ha denunciato il più famoso di questi, Robert Kyagulanyi, politico e musicista meglio conosciuto come Bobi Wine. In manette anche tre deputati dell’opposizione.
Proprio come per la Gen Z del Kenya, anche il movimento ugandese non ha affiliazioni politiche. Il NUP ha precisato di non avere organizzato la marcia ma ha espresso il suo pieno sostegno alla causa.
Da mesi i leader dell’opposizione e gli attivisti per i diritti umani denunciano appropriazione indebita e uso improprio dei fondi governativi da parte di vari deputati e funzionari governativi vicini a Museveni. Una campagna lanciata a febbraio sui social media, #UgandaParliamentExhibition, ha messo a nudo appropriazione di fondi pubblici, spese irregolari, nepotismo e corruzione in parlamento. Ma dai vertici di potere non è arrivata nemmeno una parola condanna.
I giovani accusano in particolare il 79enne capo dello stato di proteggere la presidente del parlamento, Anita Among, accusata di appropriazione indebita di denaro pubblico e soggetta a sanzioni da parte degli Stati Uniti e del Regno Unito.